Politica

Angelo Figuccia sul Parco della Favorita Orlando non inciampi due volte nello stesso sasso


Il Parco della Favorita -afferma Angelo Figuccia, Consigliere comunale di Forza Italia-è uno dei parchi più importanti in Europa, nato tra la fine del XVIII secolo e gli inizi del successivo. Sin dai tempi del Re Ferdinando III fu considerato un parco dal grande valore storico e culturale, ma capace anche di sperimentazione agraria e di produzione. Purtroppo però – continua Figuccia – anni di incuria e di abbandono hanno trasformato una importante risorsa, come il Parco della Favorita, in un luogo di abbandono e degrado, molto lontano da quelle che erano le intenzioni e i desideri del re Ferdinando III di Borbone, il quale aveva già affidato a contadini locali appezzamenti di terreno affinché fossero una risorsa per l’intero territorio. Altrettanto lungimirante non si può certo dire sia stato il Sindaco Orlando. Già durante la sua prima sindacatura, negli anni 90 il sistema di gestione a privati per finalità produttive fu completamente scardinato, con il risultato di palese degrado che oggi è sotto gli occhi di tutti. Da diverso tempo la “nuova” amministrazione Orlando, forse cercando di recuperare gli errori commessi nel passato, ha avviato una serie di procedure finalizzate al recupero del Parco della Favorita, individuando nella CIA( Confederazione Italiana Agricoltori) il soggetto qualificato per l’avvio di un’attività di recupero e riqualificazione del parco, con particolare riferimento agli agrumeti, nelle more di un affidamento della gestione con finalità di conservazione e di produzione. In tal senso sembrerebbe proprio agire la delibera di giunta, n.116 del 2 luglio, che arriva però purtroppo in netto ritardo rispetto ai cicli vegetativi degli agrumeti e che comunque rimane ancora uno schema di protocollo d’intesa non ancora firmato. Considerato il caldo torrido già sopraggiunto e i possibili incendi estivi, frequenti in Sicilia, non vorrei-conclude Figuccia- che qualcuno si dovesse poi trovare a piangere “lacrime megaresi”, di chi cioè in fondo non è poi così dispiaciuto. Auspico pertanto, per il bene della collettività, che si intervenga tempestivamente ad avviare la fase conclusiva dell’accordo fra le parti.
Com. Stam.

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