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Ardizzone: “Siamo in una situazione di emergenza istituzionale”

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“Siamo in una situazione di emergenza istituzionale”, così esordisce nel suo intervento in Aula, Giovanni Ardizzone, il Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, durante il dibattito sul disegno di legge stralcio che prevede la proroga dei commissari delle province. “Vi prego di non aggravare il procedimento già di per sé complesso e tortuoso con sub-emendamenti che per forza di cose dovrei dichiarare inammissibili”. Dopo l’affondamento della riforma che ha gettato nell’incertezza gli enti e il personale Ardizzone aggiunge che in questa partita sono tutti in gioco. Non ci sono né maggioranza né opposizione, conviene quindi, evitare manovre particolari e inutili divisioni, in modo tale da non gravare sul procedimento legislativo: “Non è una questione di maggioranza e di opposizione, anche l’intervento dell’onorevole Milazzo che faceva appello a deputati autorevoli assenti, non è questo il senso”. L’iniziativa, infatti, non parte dal Governo, anche se chiaramente la condivide, ma dall’Ars. L’appello, pertanto, è quello di garantire continuità e di non creare caos nelle province, quindi è chiaro che c’è un problema di tenuta istituzionale. “Non è la questione di una parte politica come un’altra, le questioni le affronteremo una volta che verrà in Aula e ritornerà in Aula, peraltro non è stato stralciato il disegno di legge sulle province, per cui vi invito ad un momento di riflessione, evitiamo voti contrari, evitiamo astensioni in questo momento, perché realisticamente non garantiscono la funzionalità dell’Istituzione”. Conclude in questo modo Giovanni Ardizzone il suo intervento all’Ars.
La bocciatura da parte dell’Ars del disegno di legge che prevede la completa eliminazione delle province dal territorio siciliano, con l’istituzione di tre città metropolitane (Palermo, Catania, Messina) e sei liberi consorzi tra comuni, avviene con il voto segreto sull’emendamento presentato dal Movimento Cinque Stelle. Emendamento che prevede la soppressione del primo articolo del ddl per l’abolizione degli enti intermedi. In pratica è stata soppressa la parte fondamentale del testo di legge, rendendo inutile qualsiasi discussione sugli altri articoli delle norma.
L’entusiasmo di due anni fa quando Crocetta aveva presentato in diretta televisiva, a Raiuno, questo progetto, è svanito. Si tratta, infatti, di una pesante disfatta per la maggioranza e per il Presidente, dato che a votare contro la riforma (ovviamente ben protetti dall’anonimato), sono stati 36 parlamentari contro i 22 fedeli al Governatore. “Questa legge non piace nemmeno a chi l’ha presentata”, commenta ironicamente Nello Musumeci, invece il segretario regionale del Pd, Fausto Raciti, prova ad analizzare la situazione: “Il voto dell’Ars lascia un segno in questa legislatura, bisogna aprire una seria riflessione. A questo punto serve un vertice di maggioranza alla presenza del Presidente Crocetta: ci si deve guardare negli occhi, ognuno si deve assumere la proprie responsabilità”. La risposta del Presidente della Regione non si fa attendere: “Nessuno pensi di fermarmi per via politica, se vogliono dovranno usare il bazooka”. Naturalmente non manca qualche battuta su Davide Faraone (sottosegretario all’Istruzione), per aver accennato all’ipotesi del commissariamento: “[…] meriterebbe persino una protesta diplomatica per la sua ipotesi. Faraone è un potente? Ricordo che non è stato nemmeno eletto alle Regionali. Non gli piace questo governo? Si ricordi che lui in giunta può contare due assessori che fanno riferimento direttamente a lui, compreso quello all’Economia. Se la vicenda bilancio dovesse andare male dovrà prenderne atto anche lui”. Dopo l’ulteriore proroga dei commissariamenti delle Province fino al 31 luglio prossimo, inoltre ha aggiunto: “Sulle riforme bisogna lavorare tutti insieme. Nessuno vuole forzare sui tempi, la prima cosa da fare è convocare un tavolo tra governo e tutti i capigruppo anche di opposizione. Ma alcuni punti devono essere chiari: le Province non rinascono, e l’elezione diretta del presidente non ci sarà”.

KKKKK
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