Aziende italiane all’estero, si parte da Ravenna per l’Ungheria con la piattaforma Pliea

ROMA-Dopo gli incontri degli scorsi giorni con varie personalità del mondo istituzionale europeo, tra cui il Sottosegretario con delega allo Sviluppo Economico ungherese Antal Nikoletti parte l’operatività della piattaforma che integrerà un ecosistema innovativo di business che analizzerà gli sviluppi tecnologici del nostro tempo ed aiuterà le PMI nei rapporti istituzionali internazionali, nell’ E-commerce e nell‘ipotesi di concessione e delocalizzazione parziale della produzione.

Il miraggio della delocalizzazione della produzione è oggi purtroppo una realtà con cui dobbiamo fare i conti, ma se non garantita da accordi reali con le istituzioni locali rischia di avere un effetto boomerang mortale per le nostre aziende.

“Non possiamo ancora permettere che le nostre imprese ed i nostri marchi storici siano frutto di speculazioni internazionali e che paghino la generalizzazione crescente della produzione grazie alla brandizzazione delle grandi piattaforme di distribuzione on-line.

Mantenere l’identità dei nostri prodotti e creare un brand forte per la fidelizzazione dei clienti è la chiave per poter superare questa fase di crisi che sta attanagliando le PMI italiane.

Molti Paesi emergenti in Europa hanno la necessità di creare un tessuto produttivo nazionale nuovo e la possibilità di creare Joint venture e delocalizzazioni di produzione può seriamente ovviare alla crisi che ha investito il nostro Paese, specialmente grazie ai fondi europei che solo in Italia sembrano incredibilmente tornare ogni anno verso Bruxelles.

L’ecosistema che ci siamo preposti di creare sarà uno strumento innovativo nel panorama internazionale superando l’impalpabilità dei servizi strutturandosi in una piattaforma produttiva fisica supportata da strumenti tecnologici dedicati.

La nostra mission principale, conclude Anghinelli,è quella di portare le PMI a sopravvivere valorizzando i loro brand collettivizzandosi in una piattaforma che li porterà ad essere forti nel rapporto con i fondi di investimento internazionali.

di Alfredo Parroccini