Cronaca

Carabinieri: inquinamento del fiume Sarno. Sequestrata azienda agricola per reati ambientali a Torre Annunziata (NA) Video

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Nella mattinata odierna, i Carabinieri del Comando Gruppo per la Tutela Ambientale di Napoli, in esecuzione di un decreto di sequestro preventivo, emesso dal giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Torre Annunziata (NA), su conforme richiesta della Procura della Repubblica di detto Tribunale,

hanno proceduto al sequestro di un’azienda agricola, il cui legale rappresentante è ritenuto responsabile dei reati di cui agli artt. 452 bis (inquinamento ambientale), 444 (commercio di sostanze alimentari nocive) del Codice Penale e art. 137 (scarico abusivo di reflui industriali) del Testo Unico Ambientale.

In particolare, le indagini, espletate dai Carabinieri del NOE di Napoli, che si sono avvalsi della collaborazione tecnica dell’ARPAC, hanno permesso di accertare che l’attività floro — vivaistica, consistente nella produzione, nel confezionamento e nella vendita di piantine aromatiche con marchio “bio”, dell’azienda agricola “Storie Aromatiche Soc. Agr. S.r.l.” di Torre Annunziata si svolgeva in violazione della normativa ambientale con riferimento allo scarico nei corsi d’acqua e alla gestione dei rifiuti e soprattutto utilizzando, ai fini irrigui, acque contaminate da coliformi fecali.

Nello specifico i militari del NOE hanno accertato:

  • il deposito incontrollato e l’abbandono di rifiuti liquidi, del tipo “liquidi biologici”, derivanti dai servizi igienici, raccolti in vasche interrate, il cui svuotamento periodico, mediante cisterne per il successivo conferimento presso impianti di depurazione, a decorrere dall ‘anno 2020 non era stato più effettuato, con conseguente presunzione di illecito smaltimento;
  • a seguito di prova idraulica, condotta con l’utilizzo del colorante naturale — cd. fluorescina attraverso apposito by — pass, lo scarico abusivo delle acque provenienti da una vasca di accumulo, facente parte del sistema di fertirrigazione interno, contenenti concimi chimici e fitofarmaci, direttamente nel “canale Bottaro”, affluente del fiume Sarno; tale condotta illecita avrebbe cagionato una compromissione ed un deterioramento significativo delle acque del citato “canale BOTTARO”, per effetto della presenza, nelle acque di scarico, di sostante tossiche, quali azoto nitrico, azoto nitroso e fosforo, con conseguenti modifiche sostanziali dell ‘eco sistema acquatico.

Le indagini, condotte dal Reparto Speciale dell’Arma e coordinate da questa Procura della Repubblica, hanno consentito, inoltre, di accertare l’utilizzo, ai fini irrigui e, quindi, della produzione di piante alimentari (basilico, prezzemolo, origano e salvia), destinate al consumo umano, di acque sotterranee prelevate da un pozzo abusivo, micrologicamente e chimicamente contaminate per la

presenza di batteri coliformi, escherichia coli, enterococchi intestinali, indicativi di un elevato stato di contaminazione di origine fecale, capace di provocare tossinfezioni alimentari che derivano proprio dal consumo di alimenti, peraltro solitamente non sottoposti a cottura, contaminati dallo specifico batterio.

Gli stessi tecnici dell’ARPAC hanno evidenziato il pericolo derivante dall’uso massiccio dei fitofarmaci con grave rischio di contaminazione delle falde acquifere e dei suoli agricoli, con conseguente danno alla salute derivante non solo dall’uso dell’acqua di rubinetto, ma, altresì, dal consumo di tutti i prodotti alimentari, coltivati sui suoli con quella stessa acqua irrigati.

In virtù di quanto sopra, si è proceduto al sequestro del pozzo da cui veniva prelevata l’acqua ai fini irrigui e delle piante alimentari conservate nella serra dell’azienda agricola.

Il provvedimento cautelare reale si è reso necessario al fine di evitare la compromissione ulteriore dell’ambiente circostante e del corso d’acqua, e, soprattutto, al fine di impedire l’ulteriore commercializzazione di piante alimentari, destinate al consumo umano “crudo”, e dunque notevolmente pericolose per la salute pubblica.

Il provvedimento cautelare reale, eseguito in data odierna, si inserisce in una più ampia e articolata attività investigativa condotta in modo capillare dai Carabinieri del Gruppo di Napoli del Comando Tutela Ambientale, avvalendosi della collaborazione tecnica dell’ARPAC, tutt’ora in corso di svolgimento e coordinata sinergicamente da questa Procura della Repubblica nonché dalle Procure della Repubblica di Avellino e Nocera Inferiore, finalizzata ad accertare le cause dell’inquinamento del fiume Sarno e dei suoi tributari, avente ad oggetto le aziende ubicate nel territorio del bacino idrografico di detto corso d’acqua e ricadente nei circondari delle suddette Procure, al fine di individuare gli scarichi abusivi dei reflui industriali recapitanti direttamente e indirettamente nel fiume Sarno ed interrompere le attività illecite che influiscono sullo stato di salute di detto corso d’acqua, senza peraltro trascurare il rilevante impatto provocato dagli scarichi fecali dei Comuni, ubicati nei predetti circondari, tuttora privi di rete fognaria e/o non collettati ai depuratori esistenti.

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