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Che se ne fa l’Italia di droni armati di missili?

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“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. È questo il testo dell’articolo 11 della Costituzione italiana (uno dei pochi ancora non attaccati né modificati).

Eppure l’Italia continua ad inviare il proprio esercito in giro per il mondo in zone dove vengono combattute guerre che hanno causato centinaia di migliaia di morti.
In “missione di pace”, è la giustificazione più comune.

Quello che è difficile comprendere è come possano essere utilizzati in “missione di pace”, dei droni armati di missili e bombe. Nei giorni scorsi il Pentagono ha approvato la richiesta dell’Italia di armare due dei suoi droni con missili del tipo AGM-114R2 Hellfire II, costruiti dalla Lockheed Martin Corp, e con bombe a guida laser del modello GBU-12 e munizioni GBU-38.
Nel 2009 l’Italia ha acquistato due droni MQ-9 Reapers, ufficialmente da destinare ad azioni di ricognizione. Nel 2012, però, durante il governo Monti (perché mai un governo “tecnico” avrebbe preso una simile decisione non è chiaro), si deciso di armarli. La giustificazione è che servirebbero a rendere l’arsenale italiano meglio equipaggiato per essere di supporto alle operazioni svolte in cooperazione con gli Stati Uniti, e per proteggere le truppe italiane.
Intanto, in attesa che la vendita venga ratificata dal Congresso, un funzionario del governo americano ha sottolineato che tutte le esportazioni di droni, armati e non, richiedono una valutazione caso per caso e un attento esame, ma che la vendita è stato approvata perché l’Italia è un “alleato chiave” e un partner degli Stati Uniti. Affermazioni strane, specie se si considera che, stando agli ultimi dati disponibili, gli Usa sono i maggiori esportatori di armi al mondo e che le armi made in Usa vengono utilizzate sui fronti di tutti i conflitti in atto!
Ora, dopo il via libera concesso dal Pentagono, anche l’esercito italiano potrà avere i suoi nuovi aeroplanini radiocomandati armati di missili. Giocattoli pericolosi e, come se non bastasse, costosi: la sola decisione di armarli avrà un costo per le casse dello stato di ben 129,6 milioni di dollari. Una ragione di più per chiedersi se il loro acquisto era davvero indispensabile.
Ma la cosa più strana è che, a diffondere la notizia, è stata l’agenzia di stampa Reuters, citando due funzionari del Dipartimento di Stato americano. Come mai nessuno ha detto una parola sulla decisione di dotarsi di queste armi? Il parlamento era o non era a conoscenza di questo “acquisto”? E, cosa ancora più grave (se possibile), perché nessuno (dei vari governi e parlamenti che si sono succeduti dal 2012 ad oggi) ha informato la popolazione di ciò che si stava facendo?
Stranamente neanche l’opposizione ha avuto da dire su tutta questa vicenda. Ammesso che esista ancora un’”opposizione” …

C.Alessandro Mauceri
Foto Wikipedia

KKKKK
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