“Abbiamo in mente un programma per la Pubblica amministrazione per renderla più snella e efficiente. Lo spirito del governo e del M5S è iniziare da riforme dell’attuazione della legislazione vigente, ripartire da quello che già c’è: dalla semplificazione delle procedure dei processi amministrativi, alla digitalizzazione e così via, valorizzando la PA. Spero in una interlocuzione costante e continua con la dirigenza pubblica del Paese. Una interlocuzione iniziata con Unadis già prima delle elezioni. Quello che ci sta a cuore è il miglioramento dei servizi nei confronti dei cittadini e delle imprese e la meritocrazia per i dipendenti pubblici”. Queste le parole del senatore Danilo Toninelli (M5S) che ieri ha partecipato a Forum PA all’incontro organizzato dall’Unione nazionale dirigenti dello Stato (Unadis). Trasparenza, lotta alla corruzione, meritocrazia, le parole chiavi per ricominciare ad avere un dialogo costruttivo fra politica e dirigenza. Tesi condivisa anche dagli altri autorevoli ospiti, fra cui la senatrice Cinzia Bonfrisco (Lega) e la senatrice Paola Binetti (Udc). Dopo anni di campagne mediatiche contro la dirigenza pubblica, le parole dei politici dei vari schieramenti presenti a Forum PA sono stati accolte positivamente dalla dirigenza pubblica, che conosce le storture della macchina amministrativa ma può contribuire al cambiamento, anche se purtroppo in questi anni è stata etichettata da certa politica e da parte dell’opinione pubblica solo come il male del Paese.
Durante il dibattito, in una sala gremita, gli interventi politici si sono alternati a quelli, altrettanto autorevoli, dei tecnici. Il presidente dell’Aran, Sergio Gasparrini, ha parlato dell’apertura del tavolo di in Aran per il rinnovo del contratto dei dirigenti pubblici delle Funzioni centrali. La volontà, secondo quanto emerso, è quella di chiudere al più presto, se si continuerà senza particolari ostacoli, anche alla fine di luglio. Barbara Casagrande, segretario generale dell’Unadis, ha spiegato quali sono le priorità del sindacato: “Noi riteniamo che il contratto debba essere l’occasione non per dire chi è il dirigente ma per chi è il dirigente, cioè per il Paese. Noi siamo qui a dire che abbiamo gli strumenti per evitare che la precarizzazione del singolo diventi precarizzazione collettiva, dei servizi. Siamo consapevoli di una nostra tipicità della nostra funzione. Vogliamo applicare la legge e vogliamo che la trasparenza sia massima nei nostri incarichi dirigenziali. Vogliamo un contratto che dica che il dirigente vincitore di concorso ha diritto all’incarico, deve essere scelto con procedure trasparenti e meritocratiche. È importante che si ascolti la classe dirigente nell’organizzazione delle strutture e il suo sindacato. Noi chiediamo la partecipazione della dirigenza e l’attenzione al diritto all’incarico e al merito”. Francesca Macioce e Alfredo Ferrante, della segreteria nazionale di Unadis, numeri alla mano, hanno sfatato alcuni miti sul ruolo del dirigente e sui numeri della dirigenza pubblica italiana, chiedendo una inversione di tendenza alla politica rispetto al passato. Per la prima volta, nel momento in cui si rinnova il contratto dei dirigenti pubblici, anche Valerio Talamo, direttore del dipartimento della Funzione Pubblica, era presente all’incontro Unadis, insieme al presidente Gasparrini dell’Aran. Presente inoltre Marco Villani, consigliere della Corte dei Conti. Grazie ai relatori politici e tecnici è stato possibile dibattere su alcune questioni care a Unadis e centrare gli obiettivi del convegno: le innovazioni e i problemi risolti dai nuovi contratti già sottoscritti e dagli atti di indirizzo, gli istituti del rapporto di lavoro, delle relazioni sindacali e quelli retributivi. Ma, soprattutto, una serie di proposte per creare un rapporto virtuoso tra politica e dirigenza, nel segno della collaborazione, nella distinzione dei ruoli, ma comunque all’interno della medesima “comunità di scopo” che è la pubblica amministrazione.