Sporco, deserto e allagato: queste le condizioni in cui sì si è presentato, nel giorno di debutto dell’Expo, il grande padiglione che riunisce 11 Paesi dell’area mediterranea, tra cui quello della Sicilia. La pioggia, caduta incessantemente nelle ultime ore, è passata attraverso la copertura del padiglione, rendendo inagibili i locali. Lo stesso dirigente Dario Cartabellotta, commissario unico per il cluster, si è dovuto armare anche di scopa e paletta insieme allo staff degli studenti della Iulm, per ripulire alcuni degli spazi destinati al pubblico e ancora in condizioni di assoluta sporcizia. Inoltre, a quanto detto dallo stesso Cartabelotta, le segnaletiche per il padiglione del Mediterraneo sono quasi inesistenti. Eppure il cluster bio-mediterraneo era annunciato come uno dei gioielli di Expo, una vetrina di prodotti tradizionali contro l’egemonia delle multinazionali. “Noi non siamo qui per fare affari ma per promuovere l’integrazione dei Paesi del mediterraneo”, dice Cartabellotta. “Ho chiamato i vertici di Expo per dire loro che i problemi del padiglione devono essere risolti al più presto. Altrimenti, sia chiaro: noi – conclude- siamo pronti ad andarcene”.
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