Ambiente

dieselgate accordo truffa di tutti i governi sul regolamento per le emissioni di sostanze inquinanti dalle automobili. E questa è la fine della storia

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Per ben quattro anni i tecnici nominati dai paesi membri dell’Unione hanno cercato di trovare un accordo per ridefinire i limiti per le emissioni di sostanze inquinanti dalle automobili. Loro, gli esperti, sapevano bene che non è facile riuscire ad unire prestazioni elevate, bassi consumi e ridotte emissioni (come, invece, hanno cercato di far credere per molti anni i costruttori di auto). Primi fra tutti quelli del gruppo Volkswagen, che, solo dopo che è scoppiato lo scandalo e dopo che è emersa con evidenza la manomissione delle centraline da parte della casa tedesca, a settembre hanno finalmente ammesso che le loro auto non erano a norma. Ciò ha fatto sì che diventasse essenziale (a meno di non rendere inutilizzabili milioni di veicoli che emettono sostanze nocive in misura molto maggiore di quanto dichiarato e consentito dalle leggi nazionali) trovare un modo per sbrogliare il bandolo della matassa. Incredibilmente, la Commissione europea c’è riuscita. Per dimostrare quanto importante è la salute degli europei, i membri della Commissione hanno cambiato le regole sulle emissioni inquinanti dei veicoli. Ieri, 28 rappresentanti dei governi dell’Unione hanno deciso di modificare le regole per l’omologazione dei veicoli. E lo hanno fatto con l’accordo di tutti i governi (unici a non votare la mozione l’Olanda, che si è opposta, e la Repubblica Ceca che si è astenuta).
I test di omologazione, finora effettuati solo in laboratorio, dovranno essere eseguiti anche su strada, ma solo a partire dalla fine del 2017. E non basta. Per le auto nuove le limitazioni saranno vincolanti solo a partire dal 2019 (i tecnici di Bruxelles avevano chiesto che entrassero in vigore dal 2018, ma i governi hanno deciso di prorogare questa data, dando così tempo alle case automobilistiche di adeguarsi e di soprattutto di “svuotare le giacenze”).
E ancora. L’eccedenza delle emissioni di ossido di azoto sarà praticamente raddoppiata: dal 60 per cento proposto dalla Commissione si è passati al 110 per cento chiesto dai governi (altro regalo alle case automobilistiche). Un’eccedenza che dovrà ridursi al 50 per cento, ma non prima del 2020 (per i nuovi modelli) e addirittura al 2021 per i nuovi veicoli. E per i veicoli che circolano sulle strade oggi? Attualmente queste discrepanze hanno una soglia di non conformità che può arrivare sino al 400-500% rispetto agli 80 milligrammi previsti! E fino a che non entreranno in vigore i nuovi standard…… Una decisione che la commissaria Ue, Elzbieta Bienkowska ha commentato dicendo: “L’Unione europea è la prima e unica regione al mondo a decidere questi metodi di test così forti. E’ questa non è la fine della storia. Completeremo questo importante passo con una revisione del regolamento quadro relativo all’omologazione e alla vigilanza del mercato dei veicoli a motore. Stiamo lavorando duramente per presentare una proposta per rafforzare il sistema di omologazione e rafforzare l’indipendenza dei controlli”.
Quello che la commissaria non ha detto è che, in pratica, invece di condannare l’operato della Volkswagen (e, stando alle prime indagini, pare che la casa tedesca non fosse l’unica a ricorrere a questo stratagemma), la Commissione europea ha, di fatto e di diritto, concesso una sorta di sanatoria. Tutte le auto finora prodotte e che non rispettano le norme imposte ai cittadini per l’utilizzo dei veicoli, potranno essere “aggiustate” e rese “omologabili” con poca spesa.
Come ha confermato Jiri Jerabek, esponente di Greenpeace, che ha definito la nuova direttiva vergognosa: “I governi europei hanno deciso di premiare i truffatori. Il dieselgate ha dimostrato che sottostare alle pressioni dell’industria automobilistica sta penalizzando la salute delle persone e danneggiando l’ambiente. La classe politica continua ad arrendersi alle pressioni dei lobbisti, responsabili di infarti, asma e danni irreversibili all’ambiente. Questa decisione è vergognosa”.
Un tempo l’Unione Europea si vantava di avere a cuore la salute degli europei. Al punto da imporre severi limiti per le emissioni di gas di scarico delle auto e divieti alla circolazione per evitare emissioni nell’atmosfera. Alle persone veniva imposto di cambiare la propria automobile pochi anni dopo averla acquistata (anche quando questa era perfettamente funzionante), per poter circolare (dato che i comuni, per far vedere che avevano a cuore i polmoni dei cittadini, hanno adottato misure sempre più restrittive per la circolazione urbana). Si diceva che lo si faceva per “proteggere l’ambiente” e ridurre i gas inquinanti.

Nei giorni scorsi è stata data l’ennesima dimostrazione (se mai ce ne fosse bisogno) che la realtà è ben diversa: in Europa e nel resto del mondo, a comandare e ad essere oggetto delle decisioni importanti non è la gente, ma le multinazionali. E mentre nel vecchio continente si sta cercando di trovare un modo per salvare le case automobilistiche, negli Usa in molti si stanno associando e stanno sottoscrivendo class action contro le case automobilistiche accusate di truffa. E c’è già chi ha cominciato la conta dei decessi causati dalle eccessive emissioni dei gas di scarico….

C.Alessandro Mauceri

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