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Dopo la rottura dei sindacati, Crocetta tende la mano…

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[dropcap size=big]M[/dropcap]ano tesa del governatore Rosario Crocetta ai sindacati per tentare di disinnescare lo sciopero del 20 marzo contro le norme sui regionali inserite nella manovra finanziaria. “Riprendiamo il confronto – è l’invito di Crocetta – lo sciopero non ha senso, è una finanziaria di sviluppo, non capisco protesta”. Tutti, ma proprio tutti i sindacati nei giorni scorsi hanno divorziato con Crocetta, da quelli autonomi a quelli confederali. Non ci stanno i sindacati, vogliono far sentire la propria voce, eppure il governatore è pronto a riaprire il confronto, lo sciopero dice non ha proprio senso. Ma quale sarebbe il punto della discordia? Il pubblico impiego, contestate le norme che mirano a contenere le spese, secondo i difensori dei lavoratori hanno tagliato tutti i diritti senza nessun miglioramento in termini di efficienza nella pubblica amministrazione. I sindacati affermano che ogni “interlocuzione con il Governo Crocetta è pressoché inutile”.I sindacati avevano inviato alla stampa una nota congiunta dove si legge: “Quel disegno di legge nasce con la pretesa di “riformare” l’amministrazione regionale mentre in realtà ne depotenzia il ruolo lasciando in primo piano solo dei semplici tagli lineari. Si interviene pesantemente – aggiungono – su materie contrattuali e sulla struttura dell’amministrazione al di fuori di un reale confronto con le parti sociali”. Ma non solo, quel testo “riformerebbe il sistema previdenziale con formulazioni retroattive che espongono la Regione ad una moltitudine di contenziosi che graveranno negli anni a venire sul bilancio regionale e interviene sugli stipendi del personale tecnico del Corpo Forestale nonostante la giurisprudenza già consolidata confermi la legittimità dell’indennità specifica percepita”. “Alla Sicilia – insistono i responsabili Sindacali, occorre una seria riforma della pubblica amministrazione siciliana, condivisa con le organizzazioni sindacali che intervenga sui veri sprechi e che investa sul merito e la riqualificazione del personale. Basta con gli slogan e la caccia alle streghe. Respingiamo con forza il testo del ddl di stabilità 2015 presentato oggi”.

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