Calcio

ESCLUSIVA – ODDO: “Milan, riparti dai giovani”

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[dropcap size=big]C[/dropcap]risi Milan senza fine. Inzaghi in bilico, progetti societari ancora poco chiari. Per un futuro che appare più incerto che mai. Di questa paradossale e delicata situazione vissuta dall’ambiente rossonero, ne abbiamo discusso con Massimo Oddo che con la maglia del Diavolo ha vinto tutto quello che c’era da vincere, ovvero Scudetto, Supercoppa italiana ed europea, Champions League e Mondiale per club. Insomma un palmares da fare invidia a chiunque e che lo fa entrare di diritto nella gloriosa storia di questa società.

Per chi ha giocato al fianco di grandi campioni e portato questo club sulla vetta d’Europa e del Mondo fa sicuramente un certo effetto vedere il Milan così attardato in classifica rispetto alle prime posizioni. Di chi sono le colpe, chi è il principale responsabile di questa paradossale situazione tra società, giocatori e allenatore?

“Dall’esterno è difficile dare giudizi precisi su quello che sta succedendo. In ogni caso quando si verificano determinate situazioni non c’è mai un unico responsabile, lo sono tutti. Nessuno escluso. Le colpe vanno divise equamente tra tutte le componenti”.

C’è chi, in tal senso, ha iniziato a mettere pesantemente in discussione l’operato di Pippo Inzaghi, colpevole secondo diversi addetti ai lavori di non aver ancora dato un gioco alla squadra. Serve forse un tecnico con maggiore esperienza per allenare a certi livelli, considerata anche la non positiva avventura in precedenza di Seedorf?

“Non è per nulla facile passare dal campo alla panchina. Tanto che non è poi automatico che un grande campione abbia successo nella successiva carriera da allenatore. Ritengo, però, tuttavia che l’esperienza in tal senso sia importante ma non determinante. Ci sono, infatti, diversi esempi di allenatori che alla prima occasione avuta in una grande squadra hanno ottenuto ottimi risultati. Riguardo a Seedorf, credo siano subentrati altri problemi di natura extracalcistica. Non è stato un allontanamento per questioni tecniche, da quello che si è potuto percepire”.

Esiste davvero un progetto futuro per ridare slancio a questa società, cosa si sente di suggerire in merito?

“Sono dell’idea che il Milan debba ripartire da zero, investendo su giovani di talento e guardare in prospettiva facendo crescere i futuri campioni in casa piuttosto che andare ad acquistare certi giocatori avanti con l’età a parametro zero e corrispondergli determinati ingaggi. L’ultimo esempio è stato con Torres e abbiamo visto tutti come è andata a finire…”.

Ha avuto modo di conoscere da vicino il presidente Berlusconi. I tifosi rossoneri pensano che ormai non abbia più voglia di investire nel Milan, dato che da un giorno all’altro i rumors sulla vendita o cessione di quote della società si fanno sempre più insistenti. Come vede tale situazione?

“Il futuro del Milan e di altre società è limitato dalle regole Uefa del Fair Play Finanziario, secondo cui se non incassi non puoi spendere. In Italia purtroppo le società hanno a disposizione un sistema finanziario diverso rispetto agli altri paesi europei, come Spagna, Inghilterra e Germania. Ecco proprio la Germania deve essere da esempio per noi. Hanno investito sugli stadi, in particolare sui settori giovanili e adesso dopo dieci anni di dura programmazione in tal senso hanno raccolto a pieno i frutti. Questa è la strada da seguire, stadi nuovi e potenziamento dei settori giovanili. Solo così si può ripartire”.

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