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Ex Carcere e Anomalia, la pronuncia del Tribunale di Palermo

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Dopo che nelle scorse settimane, le vicende dei ragazzi dei centri culturali Ex Carcere e Anomalia, avevano fatto molto discutere, soprattutto a causa del loro evento realizzato all’interno della causa comunale, ove i diciasette ragazzi sottoposti a misure cautelare esponevano il loro caso, lunedì il Tribunale di Palermo si è pronunciato circa la domanda di riesame. La misura di sicurezza disposta dal Tribunale prevedeva l’obbligo della firma giornaliero per 17 militanti accusati di associazione a delinquere. I giudici hanno optato per l’annullamento immediato delle ordinanze di misure cautelari proseguendo, di fatto, quel percorso che – tecnicamente attraverso la magistratura ma anche politicamente nelle piazze e nelle campagne di solidarietà – vede smontarsi pezzo pezzo il teorema accusatorio messo in campo dalla locale Procura ed in particolare dal Pm, Calogero Ferrara. Lo stesso procuratore aveva inizialmente esperito una richiesta ben più onerosa per i militanti, chiedendo al giudice che per i ragazzi fossero disposti gli arresti domiciliari, richiesta che fu subito rigettata dal Gip Anania, che aveva optato per misure più blande idonee ad impedire la reiterazione del reato. Lo stesso Anania, va comunque sottolineato come, nonostante non ritenesse idonea una misura cosi pesante come gli arresti domiciliari, si era opposto, durante la scorsa udienza alla richiesta di riesame della pericolosità sociale degli indagti. Il pronunciamento di lunedì del Tribunale delle libertà (in persona dei tre collegi presieduti rispettivamente dal dott. Montalbano, dalla dott.ssa Consiglio e dalla dott.ssa Gamberini) smentisce, così, il quadro di “pericolosità sociale” dipinto dalla procura per sostenere il proprio castello repressivo e accusatorio: la macchina del fango voluta da costui subisce, anche sul piano legale, una pesante battuta d’arresto dopo averla subita sul piano della risposta politica messa in campo da tantissimi palermitani. Dopo che la prima richiesta di riesame fu rigettata, più di tremila persone hanno aderito alla campagna di solidaretà dal nome “#sui17cimettolafirma”; tantissime adesioni illustri dello scenario artistico e culturale, regionale e nazionale; una lunghissima lista di partiti, associazioni e sindacati solidali; tremila partecipanti al corteo di venerdì scorso: sono la conferma di una collettività che rifiuta l’eccessiva gravità del reato contestato ai 17 giovani. La vicende non sono ancora chiuse, si attende adesso infatti la pronuncia del Tribunale sulla richiesta del pm circa il reato contestato, ma sicuramente adesso la stessa assumerà nuovi contorni. I ragazzi intanto, dalla notifica del 10 marzo hanno sempre sostenuto che l’attacco subito non avrebbe fermato le lotte sociali attraversate e portate avanti. Questi continueranno a provare a dare risposte immediate a bisogni immediati; difendere i diritti collettivi che affermano essere sempre più sotto l’attacco di un potere economico che definiscono senza scrupoli; di rilanciare la presenza politica e la partecipazione nei luoghi abbandonati e provare a trasformali.

KKKKK
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