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FILM: A Quiet Place – Un posto tranquillo ~ Silenzio, o si muore

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In un futuro prossimo (per desumere l’anno esatto basta prestare attenzione a una rudimentale lapide) una catastrofica invasione – non si sa se dallo spazio o dalle viscere della terra – ha decimato l’umanità. Non s’intuisce  subito. Seguiamo i passi felpati su percorsi prestabiliti di un normale nucleo, gli Abbott, attraverso centri un tempo abitati (ora desertificati) e difensivi scorci di natura. I titoli di alcuni quotidiani invenduti e gli appunti su una lavagna lasciano capire che i pericolosi e voraci mostri a cui i protagonisti cercano di sfuggire sono ciechi e sensibili a ogni minimo rumore, quindi è necessario muoversi costantemente con cautela e comunicare con il linguaggio dei segni, che i nostri conoscono – probabilmente è uno dei motivi che hanno permesso loro di sopravvivere – poiché la primogenita Regan (Millicent Simmonds, impeccabile) è sorda. Dopo il primo centinaio di giorni di adattamento (connotato da un tragico errore), i coniugi Evelyn e Lee (Emily Blunt e John Krasinski, sposati pure nella vita), in attesa di un altro figlio, si sono stabiliti in una casa abbandonata che han dotato di un sistema d’allarme silenzioso e si prendono cura anche del secondo rampollo, Marcus (il Noah Jupe di Suburbicon e Wonder). Ma non produrre suoni è difficile, e la calma non durerà.

Pochi elementi (più facile apprendere i nomi dalle sinossi che dalle “conversazioni”), spiegazioni ridotte di proposito all’osso, soprattutto un mixaggio eccezionale – da notare la diversa percezione auditiva della ragazza rispetto ai congiunti o l’intensità variabile dei sussurri (addirittura non doppiati per distrazione nei minuti iniziali…) – rendono quest’horror minimale diretto dallo stesso Krasinski (che lo ha scritto insieme ai soggettisti Bryan Woods e Scott Beck) un’opera preziosa, la quale, a dispetto delle massicce dosi di suspense che è in grado di regalare allo spettatore (messo al corrente di ogni minaccia, a differenza dei personaggi), va ben oltre il suo genere d’appartenenza. Infatti ci viene illustrata un’America autofagocitatasi che intende ripartire dalla famiglia (e una nuova nascita è sempre un buon auspicio), rimediando alle normali incomprensioni che derivano dall’assenza di dialogo, dalla disubbidienza, dai sensi di colpa bisognosi di riscatto, nel perpetuo e disperato tentativo di mettersi in contatto (radio) con quel che resta del mondo circostante. L’unico neo è l’aspetto grafico (peraltro migliorabile) dei predatori, che se di base non devono essere particolarmente spaventosi, ricordano quelli di Cloverfield incrociati con i mitici Tremors. Niente di compromettente, a ogni modo: il film vale.

A Quiet Place – Un posto tranquillo (A Quiet Place, USA, 2018) di John Krasinski con Emily Blunt, John Krasinski, Millicent Simmonds, Noah Jupe, Cade Woodward

Massimo Arciresi

 

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