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FILM: Dark Hall ~ Accadde al riformatorio femminile

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Tempo d’estate, tempo di horror, per forza di cose non tutti “refrigeranti” allo stesso modo. Per esempio il film in esame del deludente Cortés (Buried – Sepolto, Red Lights) pecca di ripetitività, somiglia per ambientazione, situazioni e caratteri a parecchia roba già vista, si affida a soprassalti annunciati e sperimentati, lungi dall’essere genuini.

Gli unici bersagli centrati sembrano l’impiego efficace degli interni (le scenografie sono di Victor Molero) e un cast idoneo, elevato dalla presenza d’una sinistra Thurman.

L’attrice è l’inflessibile Madame Duret, direttrice di un’isolata struttura di recupero per giovani sbandate chiamata Blackwood (titolo di distribuzione in Spagna, che co-finanzia). Ivi giunge dopo una serie di pericolose “marachelle” (tra cui un incendio doloso) l’ovviamente recalcitrante  diciassettenne Kit, traumatizzata da bambina dalla scomparsa del padre e in sistematico conflitto con la madre (Kirsty Mitchell) e il di lei compagno (Jim Sturgeon). Il cupo villone ospita contemporaneamente altre “ragazze interrotte”, con le quali relazionarsi non appare facile: l’ineducabile Veronica (Victoria Moroles) e le non meno problematiche Izzy (Isabelle Fuhrman), Ashley (Taylor Russell) e Sierra (Rosie Day). Al contrario della rude sorvegliante (Rebecca Front), gli insegnanti di matematica (Pip Torrens), letteratura (Jodhi May: quanti anni son passati da Un mondo a parte?) e musica (Noah Silver) – quest’ultimo figlio della “dirigente scolastica” – si mostrano disponibili eppur sibillini, promettono alle allieve ribelli grandi e insperabili risultati che in effetti la maggior parte di loro comincia a ottenere. Tuttavia le studentesse risolvono formule e compongono melodie in una sorta di stato di trance: che accade?

La risposta non è imprevedibile, benché si chiamino in causa artisti (veri e misconosciuti) tanto valenti quanto sfortunati. Idea non malvagia, però insufficiente. L’infiocchettata produzione (con capitali di Stephenie Meyer, l’autrice di Twilight) si affida senza verve a espedienti consunti persino dalle fiabe (come la porta proibita) e s’avvia con scarso entusiasmo verso un finale scontato  (forse qualche elemento disturbante in più non avrebbe guastato, ma poi c’è la censura…). Volendo azzardare una lettura politica, le reiette giudicate irrecuperabili sono sfruttate biecamente dagli organi ufficiali preposti ad aiutarle, una strumentalizzazione (di fatto) sociale (e sovrannaturale) riconducibile a varie storture contemporanee. Chissà che Lois Duncan, che scrisse nel 1974 il romanzo qui adattato da Mike Goldbach e Chris Sparling, non avesse davvero in mente un sottotesto simile.

Dark Hall (Down a Dark Hall, USA/Spagna, 2018) di Rodrigo Cortés con AnnaSophia Robb, Uma Thurman, Victoria Moroles, Taylor Russell, Isabelle Fuhrman

Massimo Arciresi

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