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G7: NIENTE INNO DI MAMELI, RENZI ACCOLTO DALLE NOTE DI “AZZURRO” del prof. Vincenzo Musacchio

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Per quanto possa essere vero che i principali siti d’informazione hanno distorto una notizia vera fino a renderla in parte falsata, il fatto sussiste e per alcuni aspetti a me non piace. Durante il G7 in Germania il premier italiano è stato accolto dalle note di “Azzurro”, la celebre canzone popolare scritta da Paolo Conte ed interpretata da Adriano Celentano. Questo è un fatto. Non è stato un trattamento “sui generis”, né si è trattato di un’umiliazione per il Belpaese. Su questo ci sarebbe da discutere. Altro dato di fatto: tutti i capi di governo sono arrivati in Baviera al ritmo delle canzoni rappresentative che, per una volta, hanno sostituito gli inni. Scelta a mio avviso sbagliatissima. Pur se devo riconoscere che in parte la realtà è stata distorta, non siamo di fronte all’ennesimo cortocircuito mediatico. Ora lasciando perdere il protocollo, ho sentito e visto l’arrivo del premier inglese con una canzone realmente rappresentativa di quel Paese. La canzone che li rappresentava era, comunque, di peso e praticamente poteva a tutti gli effetti sostituire un inno proprio di una Nazione. Onestamente, per quanto la canzone “Azzurro” sia tra le canzoni italiane più belle, non ha, e a mio parere non può avere, lo stesso valore di un inno nazionale e non può neanche ambire a sostituire un inno nazionale. Personalmente avrei voluto sentire il “Nessun dorma” di Giacomo Puccini. In un inno o in qualcosa che ambisca a sostituirlo si deve riconosce un intero popolo, in una canzone solitamente si riconoscono solo quelli che amano quella canzone. Poi mi chiedo che senso abbia sostituire l’inno, che è una cosa seria, con una canzonetta, sia pure famosa? La scelta della canzone è dipesa dagli italiani o l’hanno scelta autonomamente i tedeschi? Comunque alla fine dobbiamo ritenerci fortunati perché dopo “Mani pulite” e “Mafia capitale” potevamo essere accolti con “In questo mondo di ladri” di Antonello Venditti. Ad onor di verità, comunque, voglio evidenziare che con tutti i problemi che ha l’Italia, penso che la questione “musica con la quale accogliere il premier”, se pure degna di commento, si trovi in fondo alla lista dei nostri problemi reali.

VINCENZO MUSACCHIO
Docente di Diritto Penale presso la Scuola di Formazione (CONF.S.A) in Roma
Presidente dell’Istituto Nazionale di Studi sulla Corruzione in Roma
Direttore Scientifico della Scuola della Legalità “Don Peppe Diana”
Editorialista de “L’Ora” di Palermo e della Gazzetta del Mezzogiorno

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