Spettacoli

I martedì dell’Avogaria tra inquietudini giovanili, cronaca di un recente passato, storie di ordinaria follia e storie d’amore sui generis

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Sei appuntamenti con il meglio della giovane drammaturgia italiana.Al via martedì 16 novembre 2021, ore 21.00, presso il Teatro a l’Avogaria di Venezia (Dorsoduro 1607, Corte Zappa) il nuovo ciclo de “I martedì” de l’Avogaria, rassegna che porta in laguna le produzioni più interessanti della nuova scena teatrale.  

Si parte con “Il Buio non è tenero” di e con Silvia Pallotti e Tommaso RussiAl centro le problematiche e le aspettative dei giovani, ambientate in un’età in cui si ha tutta la vita davanti, ma già si sono fatte scelte importanti e i sogni devono cominciare ad assumere la forma di un progetto perché possano trovare spazio nella realtà. I protagonisti sentono di non essere più solo figli e si accorgono per la prima volta di fallimenti e debolezze dei rispettivi genitori come fossero dei moniti. In una società in cui la felicità dipende solo dal binomio successo-fallimento e in cui l’ultima parola sembrano averla la precarietà e l’isolamento, si chiedono se futuro sia proprio rappresentato da quest’incertezza che avvertono.  Domandandosi in ultima sintesi se essere adulti significa abituarsi al buio.  

Ispirato a tragici fatti di cronaca, “Miles Gloriosus. Ovvero:morire d’uranio impoverito” (23 novembre)del drammaturgo Antonello Taurino, interprete insieme a Orazio Attanasio. Una storia di misteri, di morti e di colpe, di malati, tribunali e assurdità. Ma proprio per questo, chi meglio di due cialtroni può raccontarla? Nato da una dettagliata inchiesta durata due anni, lo spettacolo narra con toni comicissimi una tragedia: la storia dei soldati vittime dell’uranio impoverito di ritorno dalle “missioni di pace” negli anni ‘90 si intreccia a quella farsesca ed esilarante di due teatranti improvvisati, Mimmo e Pasquale, che – tanto cinici quanto cialtroni – cercano idee per il loro nuovo spettacolo. I due diventeranno inconsapevoli narratori di una delle pagine più tristi e oscure nel recente passato del nostro Paese.

Spazio poi a storie di ordinaria follia (30 novembre) con “Zona Franca” di e con Federica Mafucci. Un luogo dove lo spettatore viene trasportato all’interno di un mondo libero e fantasioso, ma con la profondità di una vita difficile e incerta. È l’universo di Franca, la protagonista dello spettacolo che, attraverso un dialogo diretto con il pubblico, racconta vicende di paranoia e schizofrenia giocando con il divertimento e il dramma del vivere quotidiano. Così da portare gli spettatori dentro un vortice di sensazioni familiari da condividere ed esorcizzare attraverso la comicità.  

Dicembre (7 dicembre) si apre con “La confessione. Un prete gay racconta la sua storia” di Marco Politi e Alfredo Traversa. L’opera nasce da un incontro con un prete che ha raccontato il suo mondo ed il suo vissuto, dall’entrata in seminario, alla sospensione e alla celebrazione eucaristica. Un calvario attraverso le scomuniche della gerarchia ecclesiastica e la comprensione della condizione dell’uomo e dei suoi desideri carnali. Una testimonianza drammatica e sincera di un prete cattolico che scopre di essere omosessuale, raccontata sul palco senza segreti, mentre si mostra al pubblico come nell’atto di una confessione piena. Non c’è mediazione. Il suo corpo e la sua anima sono davanti agli spettatori: un uomo disarmato perché vorrebbe “tenere insieme”’ tutte e due le sue parti, quasi un dramma dal sapore shakespeariano.  

A seguire (14 dicembre) “Gemingala tristallegra storia dell’elefante che provò a scappare dalla casa dei matti” di Samuel Krapp con Ilaria Weiss, Fabio Manniti. L’operaracconta la giornata tipo di due persone affette da schizofrenia e disturbo borderline di personalità che condividono la stessa camera di una clinica psichiatrica con un solo letto, una sola sedia, un solo comodino e una sola porzione di pasto. Scandiscono il tempo inventando giochi con i quali descrivono la loro visione della realtà scontrando le loro opinioni su di essa: lui, cinico, vede l’origine dell’Universo nel Big Bang e nelle particelle elementari, lei, fatua, nei cinesi che «hanno fatto le città, il cielo e tutti i meglio mortacci loro». Una storia d’amore tormentata tra due anime che una volta toccatesi saranno sempre connesse l’una all’altra.  Gran finale infine ( 21 dicembre) con lo spettacolo di poesia performativa “ Stand Up Poetry” di e con Lorenzo MaragoniCinquanta minuti di testi originali fatti al 90% di poesia performativa e al 10% di tracce di stand up comedy, cercando e non riuscendo a trovare un equilibrio tra le due. Attraverso il racconto della vita quotidiana, in pezzi brevi a metà tra il teatro e una specie di concerto senza musica, si confronta con i temi classici della poesia: l’amore, l’identità, la sensazione costante che la vita sia sempre sul punto di iniziare e basterebbe fare qualcosa per iniziare a vivere davvero, ma non è del tutto chiaro che cosa.

Per tutte le informazioni e prenotazioni consultare il sito:   

http://www.teatro-avogaria.it/,Mailavogaria@gmail.com    Tel. 0415285711  335 / 372889  

Com. Stam.

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