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Il racconto del dramma di una turista italiana a Barcellona

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Organizzi il viaggio estivo, scegli una meta tra tante. Barcellona. Ti godi la vacanza, la stai quasi per finire. Hai visitato tutte le attrazioni, ne manca una, quella più distante. Sei lì, arriva una notizia, quella che mai avresti voluto sentire. Si tratta di un attentato. Alla Rambla, distante da te. Immediatamente e soprattutto egoisticamente fai un sorriso. Sei lontana e stai bene. Sali sul bus per tornare in albergo e chiami a casa per rassiurarli. Non fai in tempo a chiudere l’ultima telefonata che Ti fanno scendere. Ti trovi lì, a pochi passi dal luogo dell’attentato . Siete sole, tu e la tua compagna di viaggio. Non comprendete, non realizzate. In men che non si dica si abbassano le saracinesche dei negozi. Si chiudono le porte della Metro. Vengono annullate le tratte dei bus. Rumori di sirene incessanti. Ambulanze. Polizia. Elicotteri sopra la testa. Ti assale lo sconforto. Hai paura e vuoi tornare in un posto sicuro, in hotel. Ma sei li. Bloccata in una zona blindata. Mancano le forze e hai solo paura. E allora pensi, pensi alla Tua casa, alle persone che ami, pensi che il giorno prima eri lì dove oggi è successo l’inferno. Sei grata. Grata di essere viva e pensi ancora. Pensi a quei morti, che come te erano felici, sereni in una normalissima giornata della loro vita. Non riesci a scappare. Sei bloccata. I minuti sembrano ore e il cuore trema di paura . Vuoi solo tornar a casa. Vuoi scappare da quella zona blindata che incute paura, timore. Finalmente riesci, arrivi in hotel. Chiudi la porta , tiri un sospiro di sollievo…mentre il cuore trema ancora.

di Francesca D’Agostino

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