Italia

Italicum, la resa dei conti

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La resa dei conti per Renzi sull’Italicum, il voto alla Camera. Le tre pregiudiziali di costituzionalità, presentate da Forza Italia con il benestare delle altre opposizioni, valutate con voto segreto. Si prospetta l’uso della fiducia per esaminare gli emendamenti. Il vicesegretario del Pd Debora Serracchiani dichiara: «Stiamo tentando in tutti i modi di evitare la fiducia, dopodiché è chiaro il Governo farà le sue valutazioni anche alla luce dell’esito della giornata di oggi, dove ci saranno dei passaggi fondamentali. Rispetto alla fiducia molto conterà anche la posizione delle altre forze politiche». Salvini non esita a manifestare il suo disprezzo nei confronti dell’Italicum, sostenendo: «È una legge che fa schifo, pessima, che allontana ancor più i cittadini dalla libera scelta. È folle che, con tutto quello che succede in Italia e nel mondo, Renzi occupi il Parlamento con la legge elettorale. Dovrebbe occuparlo con dibattiti sull’economia e sull’occupazione: Renzi è finito».
Una parte cospicua del Pd vota a favore della riforma, dopo le accuse di Renzi dei giorni scorsi: “Vogliono frenare le riforme!”. In una lettera inviata ai segretari dei circoli del Pd, il Presidente del Consiglio attacca la minoranza intestina: «Se questa legge elettorale non passa è l’idea stessa di Pd come motore del cambiamento dell’Italia che viene meno. […] C’è in ballo soprattutto la dignità del nostro partito». Il premier ha un accordo con le minoranze del suo partito, votare insieme alla maggioranza contro le pregiudiziali che bloccherebbero la continuazione dell’esame. Il mancato impiego della fiducia potrebbe rafforzare il Governo, se le pregiudiziali venissero bocciate. L’ideale per Renzi sarebbe il raggiungimento dei voti a favore dell’Italicum, il sentiero del Premier diverrebbe più semplice, anche per quanto riguarda la votazione degli emendamenti della prossima settimana. Durante la votazione, Corrado Passera, in senso di protesta si è imbavagliato fuori dal Parlamento, per esprimere il suo disappunto contro la riforma elettorale. Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera, definisce come “miserabili” quella parte della minoranza interna al Pd che a suo dire penserebbe solo “alle poltrone”.

Diego Ventimiglia

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