Editoriale

Italicum “Vittoria di Pirro” del Prof. Vincenzo Musacchio

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Che l’approvazione dell’Italicum sia una vittoria di Pirro è un dato di fatto inconfutabile. Renzi ha vinto una battaglia ad un prezzo troppo alto per il vincitore, tanto da far sì che la stessa scelta di scendere in battaglia, nonostante l’esito vittorioso, ha condotto alla spaccatura del suo partito e ad una serie di problematiche conseguenti che non potrà non affrontare. Ma come si suol dire in politica, un successo inutile o effimero, dove il vincitore formale ne esce sostanzialmente male o senza vantaggi che giustifichino lo sforzo, alle volte può trasformarsi in un apparente rafforzamento. L’Italicum prevede premio di maggioranza alla lista che supera il 40% dei voti, o ballottaggio tra i due partiti più votati se nessuno supera quella soglia; sbarramento al 3% e capilista bloccati. La nuova legge elettorale entrerà in vigore solo nel luglio 2016, data in cui si pensa che sarà approvata la riforma costituzionale, che prevede un Senato non più elettivo. La legge dunque vale solo per la Camera. Il Movimento 5 Stelle chiede subito al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di non firmare l’Italicum affermando che la legge porta con sé gli stessi principi incostituzionali che portava il Porcellum che lui come giudice di quella Corte ha bocciato. Forza Italia vorrebbe raccogliere le firme per un referendum abrogativo. Dal Quirinale non arriva alcun commento. A mio giudizio i punti critici della nuova legge sono e restano: il premio attribuito a una lista che potrebbe avere scarsa rappresentanza reale; i capilista che per i partiti piccoli e medi riguarderà la quasi totalità degli eletti; le cd. nomine plurime che rimetteranno nelle mani delle segreterie di partito la scelta dell’eletto; la assoluta diversità delle norme tra Camera e Senato che introduce non tanto una semplice differenza, quanto un’assoluta irrazionalità del sistema. Su questi punti credo si possa fare una battaglia. Il referendum da molti invocato non credo sia una strada facilmente percorribile. La Consulta ha più volte ribadito che l’abrogazione di una legge elettorale non debba comportare la paralisi funzionale, quindi, occorre utilizzare un bisturi dalla precisione millimetrica in grado di incidere e cancellare le numerose criticità costituzionali della legge e al contempo proporre un nuovo sistema elettorale applicabile nell’immediatezza.

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