Cronaca

La DIA confisca beni per 750 mila euro ad un imprenditore gelese vicino a cosa nostra

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La Direzione Investigativa Antimafia, articolazione del Dipartimento di Pubblica Sicurezza, ha dato esecuzione ad un provvedimento di confisca definitiva di beni emesso dal Tribunale di Caltanissetta — Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della Procura della Repubblica di Caltanissetta, nei confronti di un imprenditore ritenuto “contiguo” al noto clan “RINZIVILLO” facente capo a “Cosa Nostra” di Gela.

La sua pericolosità sociale — presupposto dell’applicazione di una misura di prevenzione — era stata evidenziata nel corso delle indagini dell’operazione “Extra fines-Druso”, che nell’ottobre del 2017 culminarono col suo arresto per estorsione, aggravata dal “metodo mafioso”. Attualmente il procedimento penale è ancora in corso ed il prevenuto risulta imputato nel reato di associazione mafiosa.

Gli accertamenti effettuati hanno messo in evidenza “l’anomalo” incremento di ricchezza dell’imprenditore gelese rispetto alla dichiarata posizione reddituale, risultata sproporzionata in rapporto al consistente patrimonio finanziario ed immobiliare da lui accumulato negli ultimi decenni.

La confisca ha interessato 4 immobili tra fabbricati e terreni (situati in Basilicata e Molise),

2 società di capitali, 3 impianti di produzione di energia rinnovabile da fonte eolica “Aereogeneratori — Pala Eolica” localizzati a Campobasso e a Potenza, I partecipazione societaria, 2 autoveicoli e svariati rapporti bancari per un valore stimato pari a circa 750.000 di euro.

Nei confronti del soggetto fu anche disposta la misura di prevenzione della sorveglianza speciale della pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza per la

durata di due anni.

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