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LA PIAGA DELLE SCARCERAZIONI “FACILI” COLPISCE ANCORA del prof. Vincenzo Musacchio

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L’ultima scarcerazione “facile” in ordine cronologico è quella di Luigi Cimmino, boss indiscusso del Vomero a Napoli, arrestato con l’accusa di voler riorganizzare le estorsioni ed il pizzo a carico dei commercianti e degli imprenditori della sua zona. In Italia, si esce ormai per decorrenza dei termini, per l’eccessiva lunghezza dei processi, per la fragilità degli indizi, per una perizia medica che stabilisce il precario stato di salute, perché ci si finge pazzi o ci si procura ferite gravi. Questi sono solo alcuni degli espedienti per evitare il carcere. I cittadini onesti non ne possono più dei delinquenti che si fanno un “tour” in galera e subito tornano liberi perché magari le prove raccolte a loro carico non sono ritenute sufficienti. Delle due, l’una: o in Italia si è perduta ogni capacità investigativa e gli inquirenti non sono più in grado di raccogliere materiale probatorio, oppure, le norme vigenti sono talmente sterili da non consentire ai giudici altra strada se non quella di rimettere in libertà i criminali. In entrambi i casi – a mio giudizio – la colpa è dei politici che da anni non investono nella lotta alla criminalità, in primis di quella organizzata, e non cambiano un sistema di norme giuridiche che oscilla tra l’emergenza ed il lassismo. Il messaggio deleterio che emerge da questo stato di cose è devastante. Se a qualche cittadino onesto e ligio ai suoi doveri e al senso dello Stato venisse in mente di denunciare i suoi estorsori avrà come grosso deterrente il fatto che nel giro di poche settimane se li ritroverà di nuovo tra i piedi più spietati, spavaldi e prepotenti di prima e con il loro potere intimidatorio notevolmente accresciuto. Una situazione davvero intollerabile perché i cittadini si sentono ancora una volta beffati da una legge che sembra non faccia giustizia e di conseguenza non li tuteli. Lo scopo recondito di queste nostre brevi riflessioni è quello di dare visibilità a queste situazioni in modo che simili vicende non cadano nel dimenticatoio. Occorre che tutti uniti cittadini, associazioni, società civile chiedano di cambiare una legge che prevede un diritto come quello della scarcerazione per decorrenza dei termini di una persona giudicata colpevole di gravi reati (mafia, corruzione, omicidio). Il sospetto è che ci siano delle forze malavitose (e non solo) che hanno tutto l’interesse che una riforma di questo genere non venga approvata, perché non dimentichiamo che grazie alla scarcerazione preventiva per scadenza dei termini di decorrenza sono stati messi in libertà molti mafiosi (e non solo), nonostante fosse stato accertato il loro coinvolgimento in fatti criminali di notevole gravità. Credo che in un Paese civile eventi di questo genere non dovrebbero accadere. Il rischio è che si innestino situazioni di sfiducia totale nella giustizia e meccanismi pericolosissimi di autogiustizialismo e questo è da scongiurare con ogni mezzo.

VINCENZO MUSACCHIO
Docente di Diritto Penale presso la Scuola di Formazione (CONF.S.A) in Roma
Presidente dell’Istituto Nazionale di Studi sulla Corruzione in Roma
Direttore Scientifico della Scuola della Legalità “Don Peppe Diana”
Editorialista de “L’Ora” di Palermo e della Gazzetta del Mezzogiorno

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