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La Polizia di Stato ferma a Lodi un minorenne per attività con finalità di terrorismo

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Mercoledì 18 ottobre scorso in provincia di Lodi, la Polizia di Stato ha sottoposto a fermo di polizia giudiziaria  con le DIGOS di Milano e di Lodi – un minore, di anni 15, cittadino italiano di origini nord africane, per il reato di cui all’art. 270 bis c.2 del codice penale (promozione atti di violenza con finalità di terrorismo)

Le indagini erano state avviate una decina di giorni prima in seguito ad una comunicazione dell’agenzia di intelligence esterna che aveva appreso in ambito di collaborazione internazionale che un elemento non identificato, di base in Italia, in contatto via Telegram con un operativo dove aveva manifestato l’intenzione di compiere un attentato terroristico sul suolo nazionale. In particolare l’ignoto aveva cercato di reperire informazioni su come compiere un attacco contro i “crociati” nelle loro case ed era interessato alle modalità di confezionamento di un ordigno simile a quello utilizzato sulla metropolitana di Londra.

In seguito aveva reso noto di aver individuato il proprio obiettivo nella Stazione Ferroviaria di Lodi di cui aveva mostrato di conoscere le misure di sicurezza in atto.

Attraverso indagini tecniche è stato individuato il telefono con cui venivano effettuate le connessioni a Telegram e successivamente il domicilio dell’usuario.

Su delega della Procura della Repubblica di Milano è stata eseguita una perquisizione nell’abitazione nel corso della quale il minore ha immediatamente ammesso di essere l’utilizzatore dell’account Telegram autore dei post inerenti la pianificazione di un’azione
terroristica da attuare sul territorio nazionale e di essersi messo in contatto con l’account Telegram dopo aver effettuato delle ricerche via web.

L’ispezione del supporto informatico nella disponibilità del giovane ha consentito di accertare immediatamente la presenza dei dialoghi tra l’esponente dello Stato Islamico ed il minore che pertanto è stato sottoposto a fermo di polizia giudiziaria

La misura è stata convalidata sia dal GIP dei Minori che dal Tribunale del Riesame.

I successivi accertamenti hanno altresì evidenziato la presenza di altro materiale propagandistico scaricato dal web dall’indagato.

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