Si lo ammetto. Mi dispiace molto, trovo eccessivo l’accanimento giudiziario nei confronti di Corona. Mi dispiace anche, e molto, sapere che è colpevole di aver violato le disposizioni del Tribunale.
Ciò che, oggi, mi fa veramente rabbia è che veri assassini non stiano in carcere o che scontino pene lievi. Al di là di tutto, Corona o lo si ama o lo si odia. E se c’è una cosa che di lui apprezzo è il coraggio, la resilienza. A volte, avrei preferito facesse meno scoops e che smettesse di inseguire il dio denaro. Molte altre, invece, avrei preferito si mettesse una mano sulla coscienza e chiedesse a se stesso: e se fossi io l’uomo di cui pubblicano immagini che mi ritraggono in atteggiamenti scorretti o poco consoni, io come mi sentirei?
Ecco, avrei preferito che, a volte, si soffermasse di più su tutto il dolore che una foto, seppur realistica e non menzognera, possa creare. Che pensasse alle vere conseguenze che uno scatto rubato generi, non solo in chi è ritratto ma, e soprattutto, nei familiari. Ecco, se avessi avuto Fabrizio Corona davanti gli avrei detto di fermarsi. Ma i cavalli di razza, i veri purosangue sono testardi, non mollano e a volte s’imbizzarriscono. Amano soltanto una cosa: vincere e correre controcorrente, contro ogni ostacolo. Vedono solo ed esclusivamente la meta e in questo caso l’obiettivo. Vincere è la sola parola d’ordine che conoscono. Gareggiano mettendo in campo le uniche armi che hanno: coraggio, sfrontatezza e resilienza.
Spero sinceramente che questa sia davvero l’ultima volta in carcere per Fabrizio Corona e spero capisca una volta per tutte che il suo vero posto è fuori dal carcere. Fuori, nel rispetto prima di tutto di se stesso.
Com. Stam. Ric. Pubbl.
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