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La Sicilia è una nave senza timoniere che viaggia in mare aperto senza bussola

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Il bilancio. Si, questo famigerato bilancio fa trascorrere notti insonne al governatore Crocetta, che senza bilancio, appunto, non ha nulla da governare. Non ci sono soldi, non si ha idea se questo bilancio si possa esaminare, si possa materialmente valutare. Crocetta spera di ricevere un aiutino da Roma, è convinto che Renzi salverà la Sicilia e il suo governo. Ma dopo le ultime esternazioni, “Saro” è diventato scomodo e ingombrante per il governo nazionale. Le sue invettive contro il sottosegretario Davide Faraone, dopo la querelle alla leopolda siciliana, non sono piaciute a Matteo che sembra non vedere di cattivo occhio la caduta del governo. In molti vedono cosa assai probabile la candidatura di Davide Faraone come prossimo presidente della regione. Ancora una volta il destino dei siciliani è appeso a nodi politici, alle logiche partitiche lontane, lontanissime dai reali problemi di terra Sicilia. Oltre 50 mila famiglie vivono con il fiato sospeso. Circa 24 mila lavoratori che operano nel comparto antincendio, 22.400 precari degli enti locali tantissimi lavoratori di diversi enti, Arpa. Azasi, Espi, Ems l’istituto zootecnico, Irsap, Esa. Nelle stesse condizioni i precari dei Consorzi di bonifica: altre 4.200 persone. L’unico bilancio al momento esistente, quello su cui poggia l’esercizio provvisorio, garantisce alcuni stipendi solo fino al 30 aprile. Non ci sono al momento voci che si riferiscono alle sovvenzioni delle associazioni antiracket, alle assunzione dei familiari vittime della mafia. “Resta, comunque, inteso – si legge nel documento stilato dalla commissione bilancio al termine della seduta di ieri e riportato da Livesicilia- che l’esame della manovra contabile sarà effettuato da questa Commissione nel suo complesso, soltanto dopo che il governo avrà depositato in Assemblea tutti gli atti necessari a completare i documenti già trasmessi”. La commissione ha invitato “il governo a far pervenire urgentemente la documentazione necessaria ad integrare il bilancio e la finanziaria della Regione per l’anno 2015”. A mancare all’appello l’esigua somma, esigua si fa per dire, di 700 milioni di euro. Si possono solo finanziare le spese incomprimibili, legate alla reale vita delle attività delle regione. Il deputato Vinciullo, vicepresidente della commissione Bilancio ha dichiarato: “Ancora una volta siamo costretti a intervenire pesantemente sull’azione del governo, che si dimostra essere particolarmente pasticcione e dimostra di non avere una conoscenza ben chiara della legislazione vigente, che impedisce alla commissione Bilancio di esaminare e approvare provvedimenti che non siano stati precedentemente esaminati dalle competenti Commissioni. La commissione, tuttavia continua a non essere nelle condizioni di poter esaminare il testo, in quanto, ad oggi, il governo non è stato in grado di depositare, presso gli Uffici della Presidenza, tutti i documenti necessari”. Si sta procedendo ad una azione risolutiva di modo che si possa crea una sorta di “sblocca Sicilia”. Troppe erano le norme che conteneva la finanziaria, norme che sono state rimosse, oltre 30 articoli riguardanti i costi della politica, la semplificazione amministrativa, l’utilizzo degli elicotteri per gli spostamenti con le isole minori, i fondi riguardanti il mondo della cultura arte e musica, tutte norme di cui se ne riparlerà in futuro. La situazione è davvero ai minimi termini storici, l’intervento del governo nazionale sembra essere l’unica soluzione per evitare il disastro.

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