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Le confessioni ~ Invito a cena con G8

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Autore poco prolifico (cinque film in sedici anni), il palermitano Andò sceglie con calma i suoi progetti, dotati di un apprezzabile studio dei personaggi. Dopo il buon esito dell’ironico (solo in superficie) Viva la libertà, torna a lavorare con il sornione Servillo. L’attore interpreta qui un laconico monaco certosino, invitato in un lussuoso albergo tedesco – insieme a un cantante impegnato nel sociale (Johan Heldenbergh di Alabama Monroe) e a una scrittrice per bambini (la poliglotta e statuaria Connie Nielsen) – in qualità di ospite d’onore e, quasi indirettamente, di osservatore di una riunione del G8. Nelle intenzioni dell’organizzazione tali partecipazioni speciali sono probabilmente il mezzo per dimostrare la trasparenza delle decisioni che vengono prese; tuttavia, la verità è che in quella sede sta per essere varata in consapevolezza una manovra disastrosa per alcune nazioni deboli. E c’è una complicazione, rappresentata non già dall’improvvisa, opaca scomparsa del direttore del Fondo Monetario Internazionale (Daniel Auteuil, già guidato dal regista in Sotto falso nome), bensì dalla concreta possibilità che egli abbia confessato qualcosa di compromettente sul provvedimento da approvare al religioso, e che questi, pur tenuto al segreto, abbia addirittura registrato la potenziale ammissione. Di conseguenza, l’“intruso”, meno gradito di prima ma di certo non sprovveduto, è avvolto da un clima di sospetto, esposto ai raggi X (meno letterali di quelli dei  metal detectors posti all’ingresso delle sale in cui si svolge il meeting) dei ministri dell’economia che lo circondano, a domande ansiose e sottilmente inquisitorie alle quali l’uomo, personificazione di una Chiesa idealmente progredita e non “innocua”,  sa rispondere senza  mai scomporsi.

I rimandi al caustico Todo modo di Petri (del 1976, tratto da Sciascia), che però prendeva le mosse dal cupo ritiro spirituale di una classe politica e imprenditoriale involuta, ci sono, sebbene si ravvisino delle somiglianze d’atmosfera (l’ambientazione è molto accogliente) perfino con il Sorrentino di Youth – La giovinezza, forse involontarie, dato che è un titolo troppo recente. Un’opera pregiata dal cast internazionale (in più citiamo almeno Moritz Bleibtreu, Lambert Wilson e Togo Igawa) – parlata in italiano, inglese e francese (malgrado il doppiaggio annulli le differenze), confezionata con un ammirevole senso del mistero appena ammantato di grottesco e piena di sapidi simboli, dallo svanito proprietario dell’hotel al cane infedele, dall’uccello raro al rigoglioso “confessionale” sul balcone, dai divani a seduta impari al nitore di una tunica “mimetica”.

Le confessioni (Italia/Francia, 2016) di Roberto Andò con Toni Servillo, Connie Nielsen, Pierfrancesco Favino, Daniel Auteuil, Marie-Josée Croze

di  Massimo Arciresi

KKKKK
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