Editoriale

LE METAMORFOSI MAFIOSE (*)

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Le mafie (Cosa Nostra, Ndrangheta, Camorra e Mafie Pugliesi) rappresentano oggi più che mai un potere criminale molto esteso e simbiotico con vari poteri istituzionali: Stato, Governo, Parlamento, Magistratura, Chiesa, Mass-Media, Finanza e, non da ultimo, Massoneria. Le mafie, storicamente hanno sempre cercato alleanze con lo Stato, in passato, in condizione di subordinazione, oggi, di supremazia. I capi delle varie organizzazioni criminali hanno abbandonato le strategie del terrore preferendo corrompere, ammorbidire, sedurre le istituzioni pubbliche, per piegarle nel tempo ai propri intenti criminosi. Le soluzioni stragiste, soprattutto di Cosa Nostra capeggiata da Riina, sono state un boomerang poiché hanno sconvolto l’opinione pubblica che in alcune occasioni ha reagito imponendo allo Stato di rispondere a uno stimolo sociale così forte. E’ bene precisare, ad onor di verità, che in questi ultimi anni lo Stato, più o meno consapevolmente, ha favorito le mafie con una serie di leggi esecrabili o peggio rimanendo immobile nel contrastare problematiche sociali come la corruzione, l’evasione fiscale, la disoccupazione galoppante. Dalle ricerche scientifiche e dai dati che abbiamo esaminato nel tempo, emerge una verità lampante anche per il profano: le mafie non solo non sono scomparse ma stanno diventando imbattibili. La criminalità organizzata italiana continua a permeare in profondità il tessuto politico, economico e sociale, realizzando lucrosissimi affari e prosperando nell’illegalità in cui naviga la nostra Nazione. A voi ragazzi sembra che lo Stato attualmente abbia messo in campo le sue forze migliori e le leggi più efficaci per combattere e vincere le mafie? Riflettete a mente libera e fate mente locale: quand’è stata l’ultima volta che avete sentito dire da un politico, di qualsiasi schieramento, che i veri nemici del nostro Paese sono la corruzione, le mafie e l’evasione fiscale e poi agire di conseguenza nella realtà una volta eletto? A voi la risposta! Il silenzio complice è il “veleno” letale della moderna criminalità organizzata. Continuare a parlarne con voi è invece il nostro “antidoto”. Camorra, Cosa Nostra, Ndrangheta e Mafie Pugliesi oggi hanno un immenso potere economico, un efficientissimo potere militare, tale da mettere in crisi la sicurezza dello Stato, una ramificazione capillare in Italia ed in Europa, ottimi rapporti con mafie internazionali (colombiane, albanesi, russe, cinesi e così via). Uno scenario simile non può non far paura ma i clan si sono evoluti talmente bene da non rendere mai palese questa enorme minaccia. La situazione delle mafie in Italia è sufficientemente chiara. Cosa Nostra dopo le morti dei giudici Falcone e Borsellino è meno potente rispetto a qualche anno fa. La Camorra (dopo le guerre intestine e la sconfitta dei Casalesi) è in questo periodo in fase di riorganizzazione e l’assenza dello Stato consente il nascere di una nuova camorra fatta di giovanissimi.  Le Mafie Pugliesi (Sacra Corona Unita, Mafia Foggiana, Mafia del Gargano) hanno mantenuto il loro ruolo di mafie locali, con un controllo egemone che per fortuna a oggi si estende solo sul territorio pugliese e marginalmente in alcune regioni limitrofe. Di questo scenario generale si è avvantaggiata la Ndrangheta, che a oggi è sicuramente la mafia più potente e più pericolosa d’Italia. La capacità di mimetizzarsi, di essere sempre presente dove conta, grazie alle connivenze della politica, della finanza e della massoneria, ha permesso alle ‘ndrine calabresi di fortificare il proprio potere e di crescere notevolmente, diventando una delle organizzazioni criminali più ricche al mondo. La loro carta vincente è il silenzio ottenuto in primis con le connivenze e le complicità e in secundis con la violenza e l’intimidazione. Della Ndrangheta non si parla mai, e come dice giustamente il procuratore Gratteri, non s’indaga a fondo nel mondo dei colletti bianchi che permettono agli ndranghetisti di diventare sempre più potenti. Cosa possiamo fare noi in questo contesto?  Come diceva Giovanni Falcone: “La mafia è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio, e avrà anche una fine”.  Sconfiggere le mafie, dunque, si può e si deve. Serve una buona politica, leggi specifiche che potenzino l’azione delle forze di polizia e della magistratura, la confisca dei patrimoni mafiosi, la massima collaborazione di tutti i cittadini. Basterebbe cominciando a non votare candidati corrotti e associati alla criminalità, rifiutando di sottostare al sistema clientelare e illegale, lottando contro ogni ingiustizia e prepotenza. Purtroppo è più facile a dirsi che a farsi ma sono certo che verrà il giorno in cui le mafie saranno cancellate anche se quel giorno credo sia ancora lontano. Ciò non toglie che ciascuno di noi debba impegnarsi – come sosteneva Giovanni Falcone – compiendo fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò che sta l’essenza della dignità umana.

Vincenzo Musacchio – giurista e direttore scientifico della Scuola di Legalità “don Peppe Diana” di Roma e del Molise.

(*)  Parte dell’intervento tenuto il 25 aprile 2017 a Castelforte (LT) presso l’Istituto Omnicomprensivo.

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