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“Longa manus” negli 80 milioni di euro in arrivo per l’aeroporto di Catania?

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La Sicilia non può certo vantare grandi e numerose opere infrastrutturali, ma gli aeroporti dell’Isola godono di ottima salute. Le presenze dei viaggiatori, tour operator e compagnie aeree in crescita confermano la tesi. Gli scali di Palermo, Trapani e Comiso non sono comunque equiparabili al Vincenzo Bellini di Catania-Fontanarossa, primo del Mezzogiorno e quinto d’Italia per traffico passeggeri. E adesso lo scalo etneo godrà pure di un finanziamento di 80 milioni di euro, ricevuto per la realizzazione del piano di interventi. È quanto hanno annunciato nel Municipio a Catania Salvatore Bonura e Gaetano Mancini, rispettivamente presidente e amministratore delegato della Sac, la società che gestisce l’aeroporto. «Questo finanziamento permetterà di realizzare altri parcheggi, uno dei quali nei terreni che saranno ceduti dal Comune di Catania e l’altro in un’altra area già nella disponibilità della Sac. Un’altra opera che sarà realizzata sarà la riqualificazione del terminal “Morandi” dove già sono stati avviati i lavori per realizzare uno spazio che sarà destinato, nei prossimi mesi, a ospitare i prodotti di eccellenza dell’agroalimentare siciliano e alla creazione di un punto vendita dei prodotti di nicchia siciliani di aree per la promozione dei territori. Certamente rappresenta un elemento significativo la capacità di fare squadra e il fatto che, essendo un’operazione di mercato e non un finanziamento statale, questa operazione riconosce alla Sac, una società tutta pubblica, la capacità di produrre utili e di attirare finanziamenti». Il vero obiettivo è quello di entrare in Borsa con gli interessi, più o meno legittimi, dei finanziatori degli 80 milioni (Intesa Sanpaolo e Cassa depositi e prestiti). È già iniziata infatti la procedura di selezione del global coordinator che accompagnerà la Sac nell’operazione di collocamento. Ulteriore obiettivo della Sac sarebbe quello di capitalizzare la società e far fronte anche ai 500 milioni di investimenti in programma nei prossimi anni. Ma come è possibile immaginare un finanziamento di questa entità – specie in Sicilia – senza un apporto/sostegno di tipo politico? La politica davvero non “sfrutterà” l’indotto che scaturirà da quest’ulteriore ammodernamento di Fontanarossa? Non dimentichiamoci che lo scalo catanese già nel 2007 ha cambiato buona parte del suo “look”, ancora oggi praticamente nuovo e moderno. Speriamo solo che lo scalo etneo non diventi un ufficio di collocamento di clientelismo pianificato. E poi, con molta schiettezza, 80 milioni di euro in arrivo in Sicilia per lavori quasi in corso d’opera, lasciano presagire un classico tentativo d’intercettazione della longa manus della criminalità organizzata. Chissà se abbiano pensato anche a questo e ad avviare le giuste contromisure a certi tentativi il sindaco di Catania Enzo Bianco, gli enti soci del Sac, il direttore infrastrutture, aeroporti e spazio aereo di Enac Roberto Vergari, l’advisor Mediobanca Massimo D’Adamo, gli esponenti degli istituti di credito coinvolti e i consulenti che hanno seguito l’operazione. Chissà. Attenzione, nessuna sterile insinuazione, ma qualcuno saprebbe dirmi quanto certa mafia non sia stata capace di entrare in affari non appena una lira prima, ed un euro poi, non siano piombati nella bella Trinacria? Non bisogna essere un leader antimafia o un pm dedito a questi temi per capire e sapere che quasi buona totalità dei “picciuli” in arrivo in questa benedetta terra di Sicilia vengono captati, in un modo o nell’altro, dal malaffare. Questi 80 milioni di euro, previsti per un ulteriore salto di qualità dell’aeroporto, arriveranno a netto o a lordo di eventuali trattenute di certi poco lindi signori?

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