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Oltre le sbarre”, Figuccia: “al fianco dei vulnerabili e di chi ha scontato la pena con dignità

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Ore 11.00. “Oltre le sbarre, uno sguardo ai figli dei detenuti” è il titolo del convegno di oggi a Palazzo dei Normanni, sede dell’Ars.

Organizzatore e moderatore dell’evento è Vincenzo Figuccia, deputato regionale dell’Udc che stamane accende i microfoni così: “Nella vita bisogna sapere aspettare. Ed io, ho aspettato due anni prima di poter parlare di carcere in questa sede. Era il 06.07.2016 quando dopo aver verificato le condizioni degli istituti penitenziari siciliani, accettai con amarezza il rifiuto e la negazione della sala dove ci troviamo quest’oggi. Quest’incontro ha la finalità di riflettere e rivolgere uno sguardo alla vita “oltre le sbarre”, per guardare alle fragilità: ai figli dei detenuti, coloro che non dovrebbero subire traumi, coloro che non hanno colpe rispetto alle storie dei padri e avrebbero diritto ad incontrare i loro genitori in condizioni umane, come ribadisce la recente risoluzione approvata dal Consiglio d’Europa nell’aprile 2018 e come ho voluto sottolineare nella mia mozione che impegna il governo regionale ad andare in tal senso. “Grazie a chi scelto di non urlare allo scandalo lasciandosi ingoiare dal pregiudizio. Ma grazie anche a chi, come oggi fa Toto Cuffaro, ha deciso con coraggio di raccontare il proprio dolore, senza filtri, mettendolo a servizio degli altri, nella speranza che la testimonianza possa essere utile a tutti, possa alleviare il pregiudizio, spingere all’azione e supportare i cuori”.

Sono un Sociologo cresciuto nelle periferie ai servizi sociali di questa città, a pane, scontri e incontri con disagi e difficoltà umane di ogni genere. Oggi – prosegue – ho deciso di stare accanto a chi ha pagato e ha scontato la pena, con sofferenza ma con dignità e che adesso, ha diritto di tornare a vivere. In questi giorni ho sentito parlare di coraggio. Ebbene io dico che ci vuole coraggio anche per essere voce fuori dal coro e osare contro vento. Ci vuole coraggio per guardare, ascoltare e annusare ciò che nessuno vuole sentire. Difendere gli interessi di pochi è semplice, vantaggioso e gratifica in fretta. Stare dalla parte dei più deboli invece costa fatica, difficilmente ripaga e ti crea nemici potenti. Sono felice che si stia parlando così tanto di un tema che coinvolge i più fragili.

Figli che non hanno colpe e che come tutti i figli desiderano solo di arrivare alla fine dello spettacolo per urlare a se stessi e al mondo: “quello è mio padre, quella è mia madre”. Ci vuole coraggio per tornare a scuola e fare finta di niente mentre gli altri parlano alle tue spalle di quel padre che ti ha generato. Ci vuole coraggio per sorridere a coloro i quali devi la tua stessa vita mentre, dietro una parete di vetro, rimangono cupi con addosso gli occhi di una guardia che fa il suo lavoro. Ci vuole coraggio per vivere, scrivere, leggere interpretare, morire dentro e rialzarsi ogni giorno. Ci vuole coraggio – conclude – a mettersi contro chi dà carte sapendo che così a Te toccherà la mano più scarsa”

Com. Stam.

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