La legge di riforma delle ex Province, oggi Liberi Consorzi, arriva all’Ars per la discussione in aula. Sono stati già presentati 900 emendanti rispetto al testo originale. Il primo testo prevedeva nove Liberi Consorzi, oltre alle tre città metropolitane, quello attuale sei. Si fa strada anche l’idea di istituire il Libero Consorzio di Gela.
Gela, Niscemi e Piazza Armerina hanno già fatto i referendum scegliendo Gela come capofila di un nuovo Libero Consorzio. Liberi Consorzi e Città metropolitane hanno tre mesi di tempo dall’approvazione della legge per definire i fabbisogni e le piante organiche. Un’impostazione che si discosta da quella della legge nazionale che invece prevede tagli già fissati e mobilità verso altri enti locali. Entro un anno dall’approvazione delle legge, Consorzi e aree metropolitane potranno decidere se optare per l’elezione diretta del presidente o meno. I confini degli organismi sono uguali; e uguali sono le competenze dei Liberi Consorzi, delle quali è stata fatta una sorta di copia e incolla. Cambia, solo la situazione del personale, il cui destino resta molto incerto. È in discussione la questione delle entrate, delle reali disponibilità finanziarie dei nuovi Enti. Per quanto riguarda il tema del personale, dipende della legge Delrio, che prevede tagli.
Share
