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Ucciso in raid americano il cooperante siciliano Giovanni Lo Porto

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Il cooperante italiano Giovanni Lo Porto di Palermo è rimasto ucciso a seguito di un raid aereo americano avvenuto in Pakistan nel gennaio scorso. Giovanni Lo Porto è stato rapito da Al-Qaeda nel gennaio del 2012, nella provincia pachistana di Khyber Pakhtunkhwa, al confine con l’Afghanistan, dove si trovava per conto dell’organizzazione non governativa tedesca “Aiuto alla fame nel mondo”. Il suo compito in Pakistan era di contribuire alla costruzione di alloggi di emergenza nel sud del Paese in seguito all’alluvione del 2010. Dal giorno del rapimento si era persa ogni traccia. La stessa Farnesina, a suo tempo, aveva chiesto di non diffondere alcuna informazione sulla vicenda per non complicare le indagini. A confermare la morte del cooperante palermitano è stata la stessa Casa Bianca. Il raid era stato autorizzato per colpire alcune postazioni militari di Al-Qaeda e Ahmed Farouq, uno dei capi del gruppo terroristico in Pakistan. Nel raid aereo compiuto mediante l’utilizzo di un drone, afferma sempre la Casa Bianca, è rimasto ucciso anche un cooperante americano, Warren Weinstein. Fonti riservate dell’intelligence statunitense confermano che l’obiettivo era monitorato costantemente, ma che era stato escluso potessero esservi prigionieri all’interno del loro obiettivo. Generalmente le missioni compiute con i droni sono mantenute segrete dal Governo americano, ma stavolta il presidente Barack Obama si è voluto assumere la responsabilità della morte dei due cooperanti umanitari. Giovani Lo Porto aveva 39 anni ed era nato a Palermo, aveva conseguito una laurea in Inghilterra per poi proseguire gli studi in Giappone. Aveva già compiuto diverse operazioni umanitarie, era stato ad Haiti, due volte in Pakistan e nel Centro Africa.

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