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Equals ~ Amarsi è vietato

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Nella recente fantascienza cinematografica capita spesso di imbattersi in società future rivedute e corrette, prevalentemente represse per garantire l’ordine nonché l’ubbidienza del popolo al governo totalitario di turno. Quella che in tale lugubre pacchetto include pure la proibizione dei sentimenti sta diventando un sottogenere a parte, i cui titoli spaziano da Equilibrium (2002) di Kurt Wimmer a The Giver – Il mondo di Jonas (2014) di Phillip Noyce. Volendo, è un filone che ha origine da Ray Bradbury e dalla trasposizione del suo Fahrenheit 451, condotta da François Truffaut nel lontano 1966.

Nel nostro caso il regista Drake Doremus, classe 1983, anche autore del soggetto (mentre la sceneggiatura è opera di Nathan Parker), rappresenta un avvenire in cui le inseminazioni sono programmate (non dalle gestanti, comunque) e il lavoro è organizzato in uffici pulitissimi e asettici (disegnati con maestria da Katie Byron e Tino Schaedler) da impiegati brillanti e candidi finanche nell’aspetto (complici le loro bianche divise). L’insorgere di emozioni è visto come una malattia degenerativa forse contagiosa e praticamente incurabile, da tenere a bada con i farmaci in attesa che una cura la debelli. Lo stato depressivo, che figura fra i sintomi, appare in realtà abbastanza consequenziale all’occhio disincantato dello spettatore contemporaneo. L’efficiente Silas e l’accorta Nia (Nicholas Hoult e Kristen Stewart, opportunamente imbambolati) ne vengono colpiti, l’uno platealmente poiché decide di avviare la terapia, l’altra in segreto. I due colleghi si fiutano e comprendono presto che un’altra vita – clandestina, promossa da un gruppetto di scafati ribelli – è possibile, e tentano di sottrarsi alle briglie di un destino stoltamente irreggimentato.

Qualche risvolto a suo modo beffardo della trama non può non far pensare all’amore impossibile tra Romeo e Giulietta. Ma alle spalle non ci sono due famiglie avversarie, bensì un sistema unitario che ritiene che il giogo sia l’unico modo efficace per evitare le diatribe e le guerre. Dunque, sono parecchi gli elementi che potrebbero indurci a ritenere che il giovane autore, il cui lungometraggio fu peraltro accolto con evidenti perplessità al Festival di Venezia del 2015, si sia adagiato su un solco sperimentato, privo di rischi e avaro di guizzi. Però repetita iuvant, soprattutto quando si punta metaforicamente il dito contro l’inaridimento dei rapporti umani e la spersonalizzazione calcolata dell’individuo. Fra l’altro, uno dei produttori è Ridley Scott, uno che nelle tetre visioni del domani ci sguazza da una carriera: tutto sommato nemmeno stavolta ha investito male.

Equals (id., USA, 2015) di Drake Doremus con Kristen Stewart, Nicholas Hoult, Guy Pearce, Jacki Weaver, David Selby

di Massimo Arciresi

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KKKKK
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