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“Arrivano i dinosauri” all’Orto Botanico

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Oggivenerdì 13 aprile, alle 19.00, alla Serra Tropicale – Orto Botanico del Sistema Museale dell’Università degli Studi di Palermo (via Lincoln, 2) sarà presentata l’installazione “Arrivano i dinosauri”,  esposizione di due dei più importanti modelli di dinosauri al mondo.

L’acquisizione dei dinosauri, rappresentativi delle specie “Carnotaurus sastrei”    e “Thecodontosaurus antiquus”, scaturisce dalla collaborazione scientifica tra il Museo Gemmellaro del SiMuA e l’Oertijdmuseum di Boxter in Olanda, produttore delle repliche.

L’installazione aprirà al pubblico a partire dalle 9.00 di sabato 14 aprile e la visita è compresa nel biglietto di ingresso all’Orto Botanico dove saranno esposti fino al mese di agosto.

Dalla metà di settembre i visitatori potranno ammirarla al Museo Gemmellaro, dove verrà esposta definitivamente, diventando l’unica mostra permanente di dinosauri di tutto il Centro Sud, eccezione fatta per l’esposizione di un solo scheletro presso il Centro Musei delle Scienze Naturali e Fisiche dell’Università di Napoli.

Info

Carnotaurus sastrei

Lo scheletro completo di Carnotaurus sastrei, è la copia dell’unico esemplare rinvenuto al mondo, alto 3,50 m e lungo 7 m, uno dei più grandi carnivori noti, vissuto in Argentina nel Cretaceo Superiore circa 70 milioni di anni fa. Il suo scheletro è stato scoperto nel 1984 ed è uno dei meglio conservati e meglio conosciuti dell’emisfero meridionale. Il nome generico Carnotaurus significa “toro mangiatore di carne” perché possedeva due piccola corna sul capo simili a quelle di un toro, caratteristica unica per un dinosauro carnivoro; il nome specifico, sastrei, è stato scelto in onore di Angelo Sastre, il proprietario del terreno dove lo scheletro è stato trovato. Gli studiosi hanno ipotizzato la funzione delle corna, supponendo che fossero utilizzate per combattere o per uccidere le prede sconfitte, comunque sia il Carnotauro costituisce l’unico esempio di un predatore che utilizza le corna per cacciare. Il Carnotaurus era molto specializzato ed era uno dei predatori dominanti dei territori  sudamericani  durante il Cretaceo. Gli arti anteriori erano estremamente ridotti e alcuni studiosi ritengono che fossero vestigiali, cioè presenti ma prive di qualsiasi funzionalità. Le zampe posteriori invece lunghe e sottili erano perfettamente adattate alla corsa e lasciano presupporre che fosse un corridore eccezionalmente veloce, capace di raggiungere velocità intorno ai 50 Km orari. Lo scheletro fossile del carnotauro conteneva anche impronte parziali della pelle che era costituita da piccole scaglie, di circa 5 mm di diametro, giustapposte come in un mosaico.

Il Carnotauro è l’ultimo rappresentante sudamericano di una delle più grandi famiglie di dinosauri del periodo Cretaceo e sarà uno dei dinosauri del film “Jurassic World II: Il Regno Distrutto” in uscita a giugno in Italia.

Thecodontosaurus antiquus

Il Thecodontosaurus antiquus, i cui resti fossili sono stati trovati in alcune cave vicino Bristol (Gran Bretagna), è vissuto nel Triassico Superiore all’incirca 210 milioni di anni fa. I primi ritrovamenti risalgono al 1834, ed è il quarto dinosauro scoperto al mondo, ancor prima che venisse coniato il termine  dinosauro nel 1842.  Il nome scientifico Thecodontosaurus antiquus significa “antico dinosauro con alveoli dentari”. Attualmente viene indicato dagli studiosi  come il primo dinosauro erbivoro perché i denti non sono saldati alle mandibole ma sono alloggiati in appositi alveoli ed hanno subito una modificazione della seghettatura. Queste caratteristiche morfologiche sono considerate  frutto dell’adattamento alla masticazione di vegetali. Nelle grotte di Bristol sono stati rinvenuti i resti di molti individui quasi tutti disarticolati, ma grazie a studi scientifici dettagliati è stato ricostruito uno scheletro completo alto 60 cm e lungo 2,50 m.  Il Thecodontosaurus viveva in piccoli gruppi sulle isole ricche di alberi e felci che circa 200 milioni di anni fa occupavano la maggior parte del territorio di Bristol coperto dal mare. L’esemplare esposto a Palermo sarà il terzo esemplare in assoluto, infatti attualmente questo scheletro si può ammirare solo in altri due musei: il museo di Bristol in Inghilterra e  l’Oertijdmuseum in Olanda.

Com. Stam.

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