Sicilia

DDL Appalti. Gibiino (FI) dal Senato esce un testo profondamento modificato

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“In sei mesi di attento e approfondito lavoro la commissione Lavori Pubblici del Senato ha cambiato profondamente il testo del ddl delega di riforma del Codice degli appalti, oggi votato a larga maggioranza dall’Aula di Palazzo Madama. Colmate le numerose lacune iniziali, ristretti enormemente i margini d’azione (e d’errore) della burocrazia governativa, mandiamo alla Camera un provvedimento decisamente migliore, che può rappresentare una vera e propria svolta, nella direzione della trasparenza e della gestione virtuosa degli appalti pubblici”, lo dichiara il senatore Vincenzo Gibiino, capogruppo di Forza Italia in commissione Lavori Pubblici.
“Al termine del percorso di riforma riusciremo a razionalizzare un’anomalia tutta italiana, che prevede ancora oggi un numero non bene identificato di stazioni appaltanti (tra le 20 mila e le 36 mila). Si pensi che il solo comune di Roma ne ha almeno 44, e che i centri di spesa sul suo territorio sono circa 200 – prosegue il capogruppo azzurro –, nostro obiettivo è che una volta approvata la legge, le stazioni appaltanti su base nazionale siano 200. Il testo interviene altresì sul concetto di aggiudicazione al massimo ribasso, criticabile per alcune storture evidenziatesi nel tempo, introducendo anche quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa”.
“Centrale nel provvedimento il ruolo dell’Anac, Autorità nazionale anti corruzione, alla quale vengono assegnati importanti compiti nell’ambito della rotazione e della selezione dei collaudatori delle opere e dei componenti delle commissioni aggiudicatrici, anche attraverso processi di sorteggio e la non assegnazione di più incarichi alla stessa persona – sostiene Gibiino –. Svolta fondamentale anche sulla direzione dei lavori. Il nostro testo prevede infatti che il direttore sia nominato dalla stazione appaltante pubblica e non più dall’impresa incaricata di realizzare l’opera. Ciò favorirà una decisa tutela dell’interesse pubblico”.
“Una riforma epocale e che pone l’attenzione anche sul tema del débat public sulle grandi opere – conclude l’esponente forzista –, questione che non deve essere trascurata. A fronte di una posizione del Pd, favorevole tout court, ritengo necessario si individuino ambiti e tempi di discussione. Superato il percorso del confronto, la realizzazione dell’opera non può essere ritardata all’infinito”.

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