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Escobar ~ Finire nel gorgo


La figura del pericoloso trafficante di droga colombiano Pablo Escobar, ricco, infingardamente generoso (con i proventi del suo cruento commercio di cocaina si vantava di costruire scuole e ospedali per la sua gente, che infatti in buona parte lo amava) e feroce, sta attraversando un’intensa fase di riscoperta cinetelevisiva. Oltre a patri documentari e serie, ci sono le puntate tv di Narcos con Wagner Moura, ed è imminente un biopic con Javier Bardem per la regia di Fernando León de Aranoa; in più, anche il thriller di Brad Furman The Infiltrator, con l’indagatore Bryan Cranston, verte sulla caccia al noto criminale sudamericano. In mezzo c’è questo curioso esordio registico dell’attore Andrea Di Stefano (Il principe di Homburg, Almost Blue, Angela, Il vestito da sposa) datato 2014, che rinvigorisce la collaborazione tra Josh Hutcherson e il camaleontico Benicio Del Toro, che aveva diretto il giovane collega in un segmento di 7 Days in Havana (2012).

Diciamo subito che la veridicità è poca. La vicenda si svolge prevalentemente nel 1991, quando il delinquente – che, come viene accennato, ebbe perfino una carriera politica – concordò, in virtù dei propri contatti privilegiati con i poteri forti del suo Paese, un (lussuoso)  periodo di detenzione per aggirare l’estradizione negli USA. La sua strada, nella finzione, incrocia quella di Nick, surfer statunitense insediatosi sulla spiaggia per costruire un baracchino con il fratello incidentato e la cognata (Brady Corbet e Ana Girardot). Il ragazzo s’infatua di María (Claudia Traisac), che per sfortuna è appunto la nipote di Escobar, ignara fino all’ingenuità dei loschi affari del parente. Lo straniero inizia a frequentarla, è accolto affettuosamente dai suoi familiari e in men che non si dica si trova coinvolto in un ambiente del tutto indesiderato. Alla vigilia del momento in cui sta per fare (di nascosto, impossibile agire diversamente) un passo indietro, avendo peraltro convinto (non era semplice) la sua fidanzata a seguirlo, lo zio in pectore gli affibbia un terribile incarico.

Costruita su differenti piani temporali, la pellicola diventa davvero avvincente nella seconda parte. Lungo il cammino, però, dimostra l’impensabile e inquietante ineluttabilità del percorso del protagonista, il quale, una volta che il suo sanguinario mentore gli parla apertamente dell’indiretto potere che gli ha conferito, prova ad applicarlo, prima con scarso successo (vedi la tesa sequenza in cui vuol salvare l’imberbe guida con prole interpretata da Micke Moreno), poi con consapevolezza (“Il tuo uomo ha sbagliato!”). Insomma, un’opera arditamente romanzata, ma pulsante.

Escobar (Escobar: Paradise Lost, Francia/Spagna/Belgio/Panama, 2014) di Andrea Di Stefano con Benicio Del Toro, Josh Hutcherson, Claudia Traisac, Brady Corbet, Micke Moreno

 di Massimo Arciresi

KKKKK
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