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Etichettatura, Figuccia bacchetta gli ex ministri Calenda e Martina: “decreto fittizio, tutelare i consumatori e i nostri grani”

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“Il decreto ministeriale 113552 del 26 luglio 2017 sull’etichettatura della pasta, trae in inganno il consumatore e non esprime alcun vantaggio economico per gli agricoltori” – a dirlo è Vincenzo Figuccia deputato all’Ars e leader del Movimento Cambiamo la Sicilia che prosegue – Nel provvedimento è stata inserita una deroga al comma 1 dell’articolo 3 per la quale ove il grano sia stato coltivato per almeno il cinquanta per cento in un singolo Paese può essere utilizzata la dicitura: «nome del Paese».

In pratica la deroga consente di scrivere 100% “semola italiana o siciliana” con solo il 50% di grano perché il resto può essere di importazione.

Per questo, il decreto interministeriale firmato dagli ex Ministri Martina (Agricoltura) e Calenda (Sviluppo Economico) – rincara il parlamentare – confonde il consumatore e lo disorientata. Lo considero un provvedimento fittizio. La vera soluzione per incentivare trasparenza, qualità e competitività della filiera è quella di ricorrere ai contratti di coltivazione tra agricoltori e i pastai. Quest’ultimi si stanno impegnando da anni su questo fronte con l’obiettivo di valorizzare il frumento duro nazionale attraverso buone pratiche agricole e ridotto impatto ambientale.

Parlare di etichetta – dice Figuccia che in questi anni si è battuto per la tutela degli agricoltori siciliani – sposta l’attenzione dal vero problema: e cioè che il grano italiano va difeso dalla concorrenza sleale delle multinazionali che propinano sulle nostre tavole prodotti di dubbia provenienza e spesso trattati con diserbanti nocivi per la salute”.

Com. Stam.

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