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Evento – dibattito a Villa Whitaker – dedicato a Mario Francese: la libertà di stampa un valore insostituibile.

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“Libertà di stampa, un valore insostituibile per la democrazia” questo il tema dell’evento – dibattito svoltosi oggi a Villa Whitaker, dedicato, nel giorno del suo compleanno, a Mario Francese, giornalista ucciso dalla mafia una bella pagina delle relazioni tra istituzioni, scuola e società civile, sul tema dei diritti

“Ho voluto dedicare l’iniziativa – ha dichiarato il Prefetto – al giornalista Mario Francese, ucciso da cosa nostra il 26 gennaio 1979 per avere raccontato con grande acutezza la trasformazione della mafia da agricola ad imprenditoriale, l’avanzata dei Corleonesi, pagando con la vita il prezzo del suo impegno nella ricerca della verità”.

“La democrazia – ha detto il Prefetto – significa partecipazione, e la partecipazione, per essere consapevole, richiede conoscenza dei fatti, ricerca della verità. In questo sta l’importanza dell’informazione libera, quale strumento di crescita culturale e sociale di un territorio”.

Prendendo a prestito le parole del Presidente della Repubblica, che ha indicato nella libertà di stampa un valore insostituibile, il Prefetto ha quindi presentato ai ragazzi del Liceo Scientifico Galilei, del Liceo Scientifico Croce e dell’I.I.S.S. Ascione, accompagnati da numerosi docenti, i due protagonisti della giornata: il giornalista siciliano Paolo Borrometi, gravemente minacciato dalla mafia e costretto a vivere sotto scorta, e la giornalista messicana Anabel Hernandez, la quale dopo la pubblicazione del suo libro inchiesta La terra dei narcos ha dovuto lasciare il suo Paese e trasferirsi negli Stati Uniti. Oggi vive in Italia.

Presente il figlio di Mario Francese, Massimo che ha ringraziato il Prefetto per l’iniziativa dedicata al padre nel giorno del suo compleanno, felice di poterlo festeggiare con dei ragazzi cui si è rivolto come i nipoti che il proprio genitore non ha potuto conoscere. Ha quindi ricordato come sia stata impegnativa la ricerca della verità sull’omicidio del padre, sulla cui morte erano caduti 20 anni di silenzio e sulla quale è riuscito a far luce il figlio minore, consegnando il frutto delle sue ricerche ai magistrati.

Paolo Borrometi, ha raccontato l’impegno di un giornalista normale che vuole soltanto poter scrivere la verità, le minacce e le aggressioni subite dalla mafia di Ragusa e Siracusa, alleata del clan Cappello di Catania, i cui affari imprenditoriali nella filiera agro – alimentare sono stati pregiudicati dalle sue inchieste.

Ha spiegato ai ragazzi come soffra la limitata libertà fisica determinata dal vivere sotto scorta tuttavia ampiamente compensata dall’avere guadagnato, con la sua scelta di perseverare sempre nella ricerca della verità, la libertà di pensare, di scrivere e semplicemente di fare il proprio dovere.

Ricordando ancora le parole del Presidente Mattarella nel suo discorso di fine anno, ha invitato i ragazzi a sognare.

“Sognate di essere liberi – ha detto agli studenti presenti – e fate scelte che vi consentano di esserlo. Io ho rispettato il mio sogno, anche quando hanno provato a distruggerlo ed ho la coscienza di chi tenta di fare il proprio dovere. Studiate per voi stessi”.

“Il messaggio di Borrometi – ha sottolineato il Prefetto  –  è quello della passione, qualunque sia il lavoro che sceglierete di fare. L’invito da raccogliere è quello di essere protagonisti della propria storia. Bisogna studiare, per essere informati e pretendere un’informazione libera, così da essere in grado di appropriarsi del proprio futuro”.

Anabel Hernandez ha parlato agli studenti della sua esperienza di giornalista in Messico, in particolare delle sue inchieste sul legame del cartello della droga di Sinaloa, tra i più potenti al mondo, con il Governo ed i poteri istituzionali messicani, disvelato nel libro La terra dei narcos.

La giornalista ha ricordato che il Messico è il Paese dove negli ultimi anni, pur non essendovi una guerra dichiarata, è stato ucciso il più alto numero di giornalisti, 14 soltanto l’anno scorso.

Ha quindi evidenziato come il consumo di droga alimenti il traffico internazionale i cui guadagni, in tempi di globalizzazione, penetrano attraverso i circuiti finanziari nelle economie legali. La Hernandez ha così posto all’attenzione degli studenti il tema della responsabilità delle scelte personali.

“I giornalisti – ha detto – con la ricerca della verità danno uno strumento, il resto lo deve fare la società con le sue scelte quotidiane”.

“La verità ricercata dai giornalisti – ha spiegato – in un Paese dove non c’è giustizia, consente alla società di prendere decisioni individuali e collettive responsabili, realmente orientate al cambiamento ed al progresso della democrazia”.

Nel sottolineare che la corruzione è come un cancro che pervade la società sino ad annientarla, come avvenuto in Messico, ha fatto riferimento alla triste vicenda della strage di Ayotzinapa, quando la sera del 26 settembre 2014 circa 100 studenti di una scuola rurale viaggiavano verso Città del Messico a bordo di tre autobus, in uno di questi purtroppo era nascosta una partita di droga. Gli studenti vennero intercettati dalla polizia locale, alcuni furono uccisi, altri fuggirono, quarantatre furono sequestrati e mai ritrovati. La ricostruzione dell’evento è stata proprio oggetto di inchiesta della Hernandez la quale, nel contestare la versione ufficiale del tragico episodio, che addossava la responsabilità soltanto ai cartelli della droga, ha portato alla luce la responsabilità di Esercito e Polizia cui era stato richiesto di recuperare la droga.

Il tema delle conseguenze del consumo di droga è stato poi ripreso dal Prefetto. “Quando si consuma droga – ha detto il Prefetto rivolgendosi agli studenti – si deve essere consapevoli che si stanno aiutando i criminali e che si sta alimentando l’uccisione delle nostre liberta. Bisogna avere  il coraggio della determinazione, anche andando contro corrente”.

Agli interventi appassionati dei due giornalisti, sono seguite le domande attente e pertinenti degli studenti, che hanno partecipato con grande coinvolgimento all’evento.

Il Prefetto li ha ringraziati per la sincera attenzione e per l’interesse mostrato, evidenziando l’importanza dell’esperienza odierna che ha consentito di far dialogare Istituzioni, Scuola e Giornalismo.

CS

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