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FILM: The Ring 3 ~ Ultimissime dal pozzo

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Come ogni “buon” sequel tardivo, quest’horror statunitense (ma diretto – senza grande inventiva – dallo spagnolo F. Javier Gutiérrez, che ha alle spalle solo l’inedito Tres días) tenta vanamente di radunare gli elementi che decretarono il successo del suo brand. Che, lo ricordiamo, discende dal valido The Ring (2002), orchestrato da un Gore Verbinski occasionalmente in forma, rielaborazione a stelle e strisce della fulminante mini-saga giapponese Ringu (la cui fonte è un romanzo), firmata (perlopiù) da Hideo Nakata, il quale siglò pure l’alquanto calante seguito americano nel 2005. Ce n’era abbastanza per lasciare finalmente in pace la sfortunata Samara,  l’inquietante adolescente corvina abbandonata in un pozzo che condanna a morte (sette giorni dopo) chiunque guardi l’evocativo filmato su VHS che la riguarda. Invece i temerari sceneggiatori David Loucka, Jacob Estes e Akiva Goldsman, ritenendo forse di poter rinverdire un piccolo mito degli anni ’00, hanno deciso di richiamarla “in servizio”. Con risultati che, nella migliore delle ipotesi, lasciano piuttosto freddi.

Infatti, al di là di un promettente doppio prologo – in fondo in linea con i precedenti episodi – e di alcune scene decisamente riuscite (quella non nuova eppur efficace della stanza che “ringiovanisce” su tutte), stavolta non c’è granché da registrare. La trama prende le mosse dall’apprensione di Julia (l’italiana Matilda Lutz, fattasi notare ne L’estate addosso di Muccino) per il boyfriend Holt (Alex Roe), partito per il college e diventato improvvisamente irrintracciabile. Entrata in contatto con un suo evasivo professore (Johnny Galecki, star della tv grazie a The Big Bang Theory), la ragazza scopre che lo scomparso è entrato in un letale circolo vizioso: avendo visto il contenuto della videocassetta (tra parentesi, ormai trattata come un reperto storico), sta tentando, insieme ad altri, di “passare” la maledizione. Si continua risalendo ulteriormente alle origini dello “spirito maligno” (qui Bonnie Morgan) e di sua madre, accumulando macabri particolari (come si usava soprattutto in una “serie” popolare degli anni ’80, Nightmare), mentre il video, per adeguarsi alla mutata epoca, gira in altri formati.

Malgrado la partecipazione di un infingardo D’Onofrio, il film procede manifestando, per la troppa voglia di stupire, qualche incoerenza. E poi sa già di vetusto e non s’imprime. Inoltre, definirlo un “n. 3” (scelta della distribuzione nostrana, il titolo inglese sottende a un’“affiliazione”) è leggermente improprio, dato che non si può far affidamento sul carattere di Naomi Watts. Di questi tempi è più esatto parlare di spin-off.

The Ring 3 (Rings, USA/Canada, 2017) di F. Javier Gutiérrez con Matilda Lutz, Alex Roe, Johnny Galecki, Vincent D’Onofrio, Aimee Teegarden

di Massimo Arciresi

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KKKKK
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