Evidenza

Gli invisibili ~ La battaglia di Gere

• Bookmarks: 2


Dai primi lungometraggi, Oltre le regole – The Messenger e Rampart (entrambi con Woody Harrelson e Ben Foster), si è capito che Oren Moverman, sceneggiatore discretamente  richiesto (fra i suoi picchi ci sono i copioni di Io non sono qui e Love & Mercy), non è uno stupido. In questa sua terza prova, risalente a due anni fa e presentata solo adesso a Taormina, l’autore, con uno stile degno dei migliori colleghi europei, si concentra sulla sterminata popolazione dei senzatetto, sfoggiando buon equilibrio e capacità di aggirare la retorica, lavorando parecchio sui rumori e le voci off (indicanti l’esistenza di un mondo estraneo) che circondano il protagonista, George, un Gere impegnatosi per la causa (non solo ha prodotto il film, ha anche promosso delle encomiabili iniziative oltre il set), il quale compensa l’oggettiva difficoltà di crederlo povero e ricoperto di stracci (purtroppo alcuni attori sono spesso schiacciati dal loro appeal) con un’intensità, una partecipazione e un’implosa sofferenza raramente rintracciabili nella sua carriera. Una performance in sottrazione che gli fa onore. Il divo si è davvero mescolato agli indigenti di New York senza nemmeno essere riconosciuto, emaciato e malconcio com’era (anzi, pare che delle riprese di tale “esperimento” – fatto pure da altri in Italia – siano rimaste nel montaggio finale); la dimostrazione ulteriore che la società non guarda nemmeno in faccia i più sfortunati (per una volta il titolo italiano – sebbene ne ricalchi uno, ormai dimenticato, di Squitieri del 1988 incentrato sul terrorismo rosso – è azzeccato).

Nulla sappiamo del taciturno personaggio principale, riservato e ferito (perfino fisicamente, nell’avvio), il cui scopo ogni giorno è racimolare qualche spicciolo per la birra (quando va male s’impegna il cappotto) e trovare un giaciglio sufficientemente tranquillo per la notte, non disdegnando rifugi e dormitori però rifiutando in blocco qualsiasi iter burocratico (la vita borghese è alle spalle). Finché, tra i timidi tentativi di tampinare la gelida figlia (Jena Malone) e una confessione a un logorroico ma – si constaterà con amarezza – affettivamente inessenziale nuovo amico (Ben Vereen), scopriamo un pezzetto del passato dell’invecchiato, sperduto, confuso George, quanto basta per capire meglio la sua deriva. il suo relativo orgoglio, la sua vergogna. L’espediente ripetuto del trompe l’œil con i riflessi delle vetrine (il barbone sembra stare dentro un locale, invece quasi sempre è significativamente fuori) è una sintesi di grande acume. Lo stesso riscontrabile nel composto finale, con tanto di sonata su piano scordato nei titoli di coda.

Gli invisibili (Time Out of Mind, USA, 2014) di Oren Moverman con Richard Gere, Ben Vereen, Jena Malone, Steve Buscemi, Kyra Sedgwick

di    Massimo Arciresi

2 recommended
KKKKK
143 views
bookmark icon
WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com