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La Giunta della Regione Sicilia riconosce i Contratti di Fiume (finalmente)


Nei giorni scorsi, la giunta regionale siciliana ha approvato un documento che potrebbe avere grande rilevanza per lo sviluppo del territorio nei prossimi anni. La Regione Sicilia ha (finalmente) deciso di riconoscere la “Carta Nazionale dei Contratti di Fiume”.

Con il termine “Contratto di Fiume” si intende uno strumento “di programmazione negoziata e partecipata volto al contenimento del degrado eco-paesaggistico e alla riqualificazione dei territori dei bacini/sottobacini idrografici”. Nati alcuni anni fa come iniziativa per far fronte al dissesto idrogeologico ormai presente su buona parte del territorio nazionale, i contratti mirano a superare la logica dell’emergenza (i cui costi sono spesso ben maggiori) e ad adottare una gestione del territorio basata sul coinvolgimento di tutti i soggetti interessati in un’ottica di prevenzione attiva e di valorizzazione delle risorse offerte dal territorio anche sul piano economico.

In molte regioni italiane sono stati riconosciuti come ideali per la pianificazione strategica. Fino ad oggi, però, in Sicilia hanno trovato non pochi ostacoli. I contratti sottoscritti sono stati meno di quanti sarebbe stato normale prevedere e alcuni di questi non sono stati riconosciuti come tali da Agenda 21 Locale che è attore di primo piano nella definizione di questo sistema per la gestione concordata del territorio. Quasi tutti i Contratti di Fiume fino ad ora sottoscritti fanno parte del gruppo di lavoro del Coordinamento A21 Locali Italiane (dopo Torino, Bologna, Firenze, e Venezia, la prossima riunione del Tavolo Nazionale dei CdF si terrà a Milano i prossimi 15 e 16 ottobre).

Il punto di forza di questo modo di gestire le risorse territoriali è da ricercare nel fatto che è uno dei pochi ad adottare realmente l’approccio “bottom up”, che prevede il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, pubblici e privati, nella programmazione e nella realizzazione degli interventi da realizzare sul territorio. Una compartecipazione che, finora, in Sicilia, è stata solo parziale (lo dimostra l’iter seguito per la programmazione dei fondi strutturali 20014-2020) e a singhiozzo. Ciò ha provocato spesso il mancato utilizzo di queste risorse e gravi ritardi nel portare a termine i piani pluriennali previsti.

Dopo anni e anni di dibattiti e di confronti (in Sicilia sono stati istituiti diversi Contratti di Fiume, l’ultimo dei quali, denominato “S.Leonardo e Milicia”, è stato presentato la settimana scorsa ad Altavilla Milicia), nei giorni scorsi, questo strumento ha ottenuto il riconoscimento come base per “la programmazione negoziata e partecipata per la riqualificazione ambientale dei bacini idrogeografici della Regione siciliana”. Contestualmente la Giunta regionale ha dato mandato all’Assessore regionale per il Territorio e l’Ambiente di redigere le “Linee Guida regionali per l’attuazione dei Contratti di Fiume” e di definire una Mappatura del territorio che possa servire da “base metodologica unitaria e organica” per la loro attuazione.
Un passo avanti che, si spera, darà un’accelerazione all’utilizzo dei fondi strutturali 2014-2020 (e permettere di colmare, almeno in parte, il ritardo fino ad oggi accumulato).

di C.Alessandro Mauceri

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