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La messa negata, storia di vitti ‘na crozza” il libro di Sara Favarò

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Palermo, presso la sala degli Specchi, a Villa Niscemi ieri sera, alle 18, è stato presentato il libro di Sara Favarò dal titolo “La messa negata, storia di vitti ‘na crozza”, edizioni Qanat. Presente il sindaco Leoluca Orlando che ha detto “La mia presenza qui è un atto d’amore per Sara, per quello che lei fa per la nostra città, riuscendo a far volare le nostre radici”. Ci sono voluti dieci anni di ricerche per arrivare poi alla stesura del libro che parla della storia della canzone, del suo reale significato e che contiene inoltre il monologo della compagnia teatrale e musicale “Gruppo Arte Sikelia”, che proprio ieri si è esibita, in anteprima, insieme all’autrice anticipando lo spettacolo dal titolo “Dal ventre della terra”, interpretato dall’attore Enzo Rinella, dalla cantautrice Francesca Calamaio, dal soprano Marta Favarò e dal violinista Gioel Caronna, dall’attrice Lucia Vincenti, dal tenore Fabrizio Corona, dalla pianista Alessandra Pipitone, dal chitarrista Ferdinando Sclafani e dall’autrice nella doppia veste di cantante e attrice, con la collaborazione del Comune di Palermo, che sarà presentato domani, 14 ottobre 2015 alle ore 21 al teatro Jolly di via Notarbartolo. Perché questo libro? “Ho sempre amato le cose tradizionali, dice l’autrice. Ho capito subito che la massima finzione della tradizione siciliana era questa canzone. Non poteva essere altro che una mistificazione. La canzone dice “vitti ‘na crozza supra nu cannuni”. Bene, la parola cannone è la chiave di tutto. Ognuno di noi si immagina che il cannone è quello da guerra, quindi l’idea che ci facciamo è quella che si stia parlando di una guerra. Non è così, la guerra non c’entra nulla”. Il libro infatti parla del vero significato della canzone: si tratta della storia dei minatori ai quali la chiesa negava la messa. “Il ritornello della canzone, aggiunto in un secondo momento, ha finito per mortificare il significato di una canzone che parla di sofferenze atroci”, spiega la dottoressa Paola Mazza, critico letterario, che ha presentato il libro. “Sono tanti i motivi di denuncia contenuti nel testo e tanti i sedicenti autori, dieci anni di ricerca di Sara Favarò danno risposta a tanti quesiti, anche attraverso testimonianze di chi ha vissuto sulla propria pelle mortificazioni, dolori, stenti, privazioni”, aggiunge il critico letterario. Il libro contiene anche delle foto di scene tratte dal film “Rosso Malpelo” del regista Pasquale Scimeca, del fotografo Giulio Azzarello e le grafiche a china di Piero Favarò. Alla presentazione è intervenuto anche il consigliere comunale Giulio Cusumano. “Il libro non è solo un lavoro giornalistico, perché Sara Favarò rappresenta tre persone in una: l’interprete teatrale, la scrittrice di narrativa e la giornalista”, conclude la dottoressa Paola Mazza.

di Serena Marotta

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