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Quando Andre Agassi diventava numero uno al mondo

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Era il 10 aprile 1995 e il tennista americano, Andre Agassi, diventava il numero uno del mondo per la prima volta nella sua carriera.

Esattamente 24 anni fa il campione nato nello stato del Nevada, più precisamente a Las Vegas, raggiunse la vetta del successo. Già nel 1986 Andre Agassi, a soli sedici anni, terminò la stagione alla posizione numero 91 della classifica mondiale. L’anno seguente arrivò alla posizione numero 25 e nel 1988 riuscì perfino ad entrare tra i primi 10. È proprio in quell’anno che si consolidò la sua figura di personaggio ribelle, che lo portarono ad avere un largo seguito di fan. Le sue apparizioni in diretta erano caratterizzate dall’uso di divise con colori sgargianti, orecchini e teneva costantemente i capelli lunghi sciolti. Dobbiamo però aspettare il 1995 per vederlo trionfare: quello fu il suo anno migliore. Si presentò all’Australian Open con la testa rasata (cambiamento evidente rispetto alla sua immagine di ribelle), si aggiudicò tre Master Series e concluse l’anno con 72 vittorie e solo 10 sconfitte – con una striscia di 26 vittorie consecutive, suo record personale. E il 10 aprile 1995 raggiunse anche, per la prima volta, la posizione più alta del ranking. Posizione che raggiunse tante altre volte nell’arco della sua carriera, tanto da detenere il primato di più vecchio numero al mondo fino al 2018, quando viene scavalcato da Roger Federer.

Il punto più basso fu nel 1997, periodo del suo matrimonio con Brooke Shields. Molti lo definirono un giocatore finito, ormai passato. Agassi invece dimostrò il contrario ed è qui che incominciò la sua seconda carriera, grazie anche alla nuova e attuale compagna Steffi Graf. Andre è l’unico giocatore della storia del tennis maschile ad aver vinto tutti e quattro i tornei dello Slam, il Tennis Masters Cup, la Coppa Davis e la medaglia d’oro in singolare ai Giochi olimpici. Agassi è un’icona di questo sport, una figura con una forte personalità e un giocatore fuori dagli schemi. Per provocazione indossò anche smalti rossi alle unghie e pantaloncini in jeans quando scendeva in campo. Nella sua autobiografia “Open” afferma: «Odio il tennis, lo odio con tutto il cuore, eppure continuo a giocare, continuo a palleggiare tutta la mattina, tutto il pomeriggio, perché non ho scelta. Per quanto voglia fermarmi non ci riesco. Continuo a implorarmi di smettere e continuo a giocare, e questo divario, questo conflitto, tra ciò che voglio e ciò che effettivamente faccio mi appare l’essenza della mia vita…».

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