Storia romanzata o un documentario storicamente attendibile?

Una serie televisiva di produzione tutta italiana che tratta dello scandalo di Tangentopoli. Le carte sul tavolino per far scattare le polemiche ci sono tutte. Anche se sono passati più di 20 anni dalla maxi inchiesta che segnò la fine della Prima Repubblica. Poco importa che non stiamo parlando di un documentario o di un’inchiesta giornalistica. L’ultima polemica viene alzata da “Il Giornale” che non perde un secondo per schierarsi in difesa del proprio editore. Ad essere contestato è il finale della quarta puntata dove “Miriam Leone che interpreta Veronica, ambiziosa amante di Michele Mainaghi, imprenditore che decide di togliersi la vita dopo essere stato coinvolto nell’inchiesta Mani Pulite (ed anche nella triste vicenda della vendita di sangue infetto), disposta a tutto per ottenere un programma in tv, dopo una telefonata di raccomandazione a Berlusconi, bussa alla porta del Cavaliere. Ultima spiaggia per fare carriera in tv.” Dalle pagine de Il Giornale si commenta questa scena come un “chiaro e poco velato” rimando alle ultime vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi. Viene definito come “scivolone banale per chi vorrebbe raccontare l’Italia.” Aldilà della discussione sulla qualità della serie in sé, ci chiediamo se è possibile prendere per buona e/o storicamente attendibile una storia romanzata che perlopiù ci racconta un riadattamento romanzato di “Uomini Comuni” le cui storie si intrecciano con l’inchiesta di Tangentopoli.