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The Legend of Tarzan ~ Cominciando dalla fine


Dagli scritti avventurosi di Edgar Rice Borroughs sull’uomo allevato nella giungla dalle scimmie, la cui capacità di comunicare con gli animali e la cui forza sovrumana hanno ispirato tantissimi film e serie, deriva il bolso blockbuster che ci accingiamo a esaminare. Il regista Yates, finora responsabile al cinema della seconda metà – la meno travolgente – della saga di Harry Potter (e di poco altro), si affida alla claudicante sceneggiatura di Adam Cozad e Craig Brewer, la quale però vanta almeno una buona idea: frammentare la narrazione attraverso schegge di flashback in disordine cronologico, in modo che alcune azioni pregresse compongano,  pian piano e sapidamente, il passato dell’eroe (interpretato da un muscoloso e forse troppo disciplinato Alexander Skarsgård, figlio del più noto Stellan). Anzi, dall’inizio egli ci viene presentato nei panni del lord inglese civilizzato e addirittura colto, come se il plot a cui assistiamo, anelante ad avviare un loffio franchising, costituisse già un sequel.

Purtroppo, al di là della bravura della fascinosa Margot Robbie, che dà vita a una Jane (la moglie del protagonista, per chi non lo ricordasse) energica e irriducibile, e del professionale Samuel L. Jackson, nei panni di un improbabile messo americano incaricato di tenere d’occhio le tendenze schiavistiche del regno del Belgio, questo prodotto di intrattenimento esibisce prevalentemente difetti. Se Tarzan (ma non chiamatelo così!) accetta di tornare nel Congo già martoriato dal Paese europeo per una buona causa (non quella “pubblicitaria” che gli viene sottoposta e che poi altro non è che uno schematico specchietto per le allodole), il suo percorso appare spesso incoerente, e lo stesso si può dire di chi, tra umani e bestie (quindi dall’amorosa compagna ai coccodrilli adunati), gli sta accanto. Dunque, è di un problema di sviluppi inadeguati che stiamo parlando, capace di sfociare in vera e propria sciatteria narrativa man mano che ci si avvicina alla fine. Perfino la computer graphics, diventata – quanto opportunamente? –  la componente indispensabile di ogni opera d’intrattenimento (perlomeno di quelle che prevedono spettacolari acrobazie), non entusiasma per qualità, soprattutto per ciò che concerne le belve. Una nota a margine per il bravissimo Christoph Waltz, in teoria punta di diamante di un lussuoso cast (che include pure, brevemente, Ben Chaplin e Jim Broadbent): ormai i cattivissimi che interpreta (qui è l’avido e vigliacco affarista Rom) si assomigliano assai, e in qualche frangente (sebbene non qui) la qualità delle sue prestazioni ne risente; che sia giunto il momento di “resettare”?

The Legend of Tarzan (id., USA, 2016) di David Yates con Alexander Skarsgård, Margot Robbie, Christoph Waltz, Samuel L. Jackson, Djimon Hounsou

di Massimo Arciresi

KKKKK
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