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Riccione: alba da incubo per 3 giovani turisti milanesi. Fermati 4 nord africani per rapina e sequestro di persona

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Alba intensa per i Carabinieri di Riccione impegnati in un episodio di rapina e sequestro di persona nel centralissimo viale Dante. Si tratta di un gruppo di ragazzi, di origine magrebina, senza scrupoli, che pur di appropriarsi di denaro e beni altrui sono stati disposti finanche a sequestrare 3 giovani ragazzi in vacanza. In particolare, verso le ore 05:00, uno delle giovani vittime, riuscito a scappare, contattava, affannato perché in corsa, tramite numero unico “112”, i Carabinieri di Riccione segnalando di una rapina in atto in Viale Dante ad opera di 4/5 ragazzi di colore ai danni di altri suoi amici rimasti ancora tra le grinfie di detti magrebini, mentre egli era riuscito a scappare ed a contattare l’Arma. Prontamente si portavano sul posto i militari dell’Aliquota Radiomobile, dipendente dalla locale Compagnia Carabinieri che non appena raggiunto il richiedente si facevano indicare bene i luoghi dell’accaduto, ma ivi giunti non trovavano traccia di alcuno. Immediatamente i militari, unitamente al richiedente, si recavano presso la locale stazione ferroviaria ove riuscivano a rintracciare i responsabili del delitto segnalato e ad accompagnali in caserma per approfondire gli accertamenti. Al termine di quest’ultimi, i Carabinieri riuscivano ad accertare che le tre giovani vittime, nella serata di sabato, avevano conosciuto tre giovanissime coetanee di colore trascorrendovi la serata insieme e, le stesse, non avendo un posto dove andare a dormire, gli chiedevano la possibilità di fermarsi presso il loro residence solo per trascorrere una giornata. Nella mattinata di ieri, le tre vittime, dopo aver acconsentito alla loro richiesta, si accorgevano che le ragazze, di cui due minorenni, si trovavano a Riccione all’insaputa dei genitori e quindi iniziavano a preoccuparsi al punto di chiedergli di avvisare i rispettivi loro familiari, causando di conseguenza l’allontanamento delle tre giovani dal loro residence perché indispettitesi da questo loro interessamento. Nel pomeriggio del 1 giugno sul telefono di uno dei tre ragazzi giungeva la chiamata di uno dei familiari delle ragazze perché volevano sapere da loro dove si trovassero le loro figlie. Il numero erano riusciti ad averlo, in quanto le ragazze, ad insaputa dei tre, avevano mandato un sms ai genitori dicendogli che stavano bene. A questo punto i tre ragazzi dicevano loro di trovarsi a Riccione ma che delle loro figlie non avevano più notizie dalla mattina ma che le stesse avevano lasciato gli zaini da loro, comunque si rendevano disponibili ad aiutarli a ritrovarle. Di conseguenza, i tre ragazzi, si davano appuntamento a Riccione alle ore 23.00 per poi cercarle unitamente a loro, operazione che riusciva, visto che alle ore 4 circa riuscivano a rintracciare le tre ragazze in Viale Dante nei pressi del loro residence. A questo punto uno dei ragazzi risaliva in camera e riconsegnava gli zaini alle ragazze salutando i genitori  che li ringraziavano per l’aiuto. La storia che sembrava a lieto fine, invece, aveva un finale drammatico perché mentre due delle tre ragazze andavano via con le rispettive famiglie, una, insieme al fratello ed agli amici di lui, restava iniziando tutti insieme a minacciare i tre milanesi, di cui due minorenni, per farsi consegnare i soldi che avevano addosso, cosa che avveniva puntualmente perché i tre giovani, spaventati non volevano avere ulteriori problemi consegnando loro circa 100 euro. A questo punto uno delle tre vittime per paura scappava, chiamando i Carabinieri, mentre gli altri due all’insaputa del primo, venivano con la forza costretti a portarli nella loro stanze del residence e dopo avergli impedito con la forza di uscire, gli rubavano due orologi, abbigliamento vario e la somma contante di 250 euro circa.

I quattro arrestati nordafricani di età compresa tra i 15 ed i 19 anni venivano accompagnati a Bologna presso il centro di prima accoglienza a disposizione di quel tribunale per i minorenni, mentre il maggiorenne associati presso il carcere di Rimini a disposizione della locale Autorità Giudiziaria.

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